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Sparatoria in caserma tra due carabinieri, è omicidio-suicidio

All’interno della caserma di Mignano Montelungo nel casertano una lite scoppiata tra due carabinieri è sfociata poi in tragedia. Uno dei militari ha sparato al collega per poi puntare l’arma su se stesso.
A cura di Antonio Palma
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Sparatoria in caserma tra due carabinieri, morti entrambi

Una lite in caserma finita in tragedia, è questo quello che è avvenuto questa mattina in una stazione dei carabinieri di Mignano Montelungo nell'alto casertano quando un'accesa discussione tra due militari si è trasformata in una sparatoria. Secondo le prime notizie frammentarie sull'accaduto sembra che a sparare siano stati il comandante della caserma e un suo sottoposto dopo una violenta lite. Sul posto attualmente ci sono i militari dell'Arma del Reparto operativo di Caserta e della Compagnia di Sessa Aurunca. Allertato immediatamente anche il Pm di Cassino che si sta recando sul posto. Anche se la dinamica del tragico episodio resta ancora tutta da chiarire, il conflitto a fuoco tra i due carabinieri per molti è solo l'esito finale di una conflittualità che ormai durava da molto tempo.

Si tratta di omicidio suicidio – Secondo il racconto informale di alcuni testimoni, non confermato ufficialmente, i due erano di ritorno da un servizio di pattugliamento quando appena rientrati in caserma hanno inziato a litigare furiosamente e solo a questo punto i primi spari che hanno fatto accorrere nella stanza gli altri militari presenti in Caserma. Anche se non ci sono conferme, per alcuni la dinamica rientra in un omicidio suicidio in quanto un carabiniere avrebbe puntato l'arma contro l'altro per poi spararsi subito dopo.

Ore 12.10-  Secondo le prime notizie non ufficiali i due carabinieri coinvolti nella sparatoria della caserma di Mignano Montelungo sarebbero il comandante della stazione, il maresciallo Angelo Simone, e il suo vice, il maresciallo  Tommaso Nella.

Ore 13.00- Si fa sempre più insistente l'ipotesi dell'omicidio suicidio, a sparare al collega sarebbe stato il comandante Simone per poi rivolgere l'arma di ordinanza contro se stesso. Ancora incerto il movente, alcune voci ufficiose parlano di ipotesi passionale accanto a quella dei motivi professionali.

Ore 15.30- Sembra tramontata l'ipotesi passionale, a scatenare la rabbia tra i due militari finita poi in tragedia, motivi di servizio che avevano creato dissapori profondi tra i due. Il vice comandante, Tommasino Mella, poco più che quarantenne, era residente a Sora in provincia di Frosinone, mentre il comandante Angelo Simone, che nel 2009 aveva partecipato anche al primo arresto di Giuseppe Setola, il boss del clan dei Casalesi che si nascondeva in zona, era residente ad Alvignano, sempre in provincia di Caserta.

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