100 CONDIVISIONI

Spagna, il governo andaluso vuole espropriare la cattedrale di Cordoba

In una delle principali città di quella che una volta era famosa come la “cattolicissima Spagna”, l’esecutivo della regione dell’Andalusia chiede al vescovo di cedere la gestione della chiesa ad un organismo controllato in parte dalla politica. L’accusa: i cattolici non riconoscono ai musulmani il “diritto” di pregare nella cattedrale.
100 CONDIVISIONI
L'interno della Mezquita, la cattedrale di Cordoba, in Spagna.
L'interno della Mezquita, la cattedrale di Cordoba, in Spagna.

In quella che una volta era famosa nel mondo come “la cattolicissima Spagna”, il governo regionale dell’Andalusia minaccia la Chiesa di espropriare la storica cattedrale di Cordoba, patrimonio mondiale dell’umanità secondo quanto sancito dall’Unesco, se il vescovo non accetterà di destinarne una parte a moschea musulmana. L’esecutivo della regione autonoma, composto da esponenti del Partito Socialista e di Sinitra Unita, minaccia dirompenti azioni legali se la Chiesa non accetterà, entro tre mesi, di far gestire la cattedrale da un organismo paritetico composto per metà da esponenti di nomina governativa. Un po' come avveniva durante gli anni del Terrore nel  corso della Rivoluzione Francese o nell’Est europeo per decisione dei governi comunisti durante la Guerra Fredda, tanto per fare un paio di esempi.

La cattedrale di Nostra Signora dell’Assunzione è un luogo di culto cattolico dal Medioevo, quando gli spagnoli, dopo la “Reconquista” della Spagna e la cacciata dei musulmani dalla penisola iberica, trasformarono in una chiesa la bellissima moschea cittadina, nota in tutto il mondo come la “Mezquita”, uno dei più mirabili esempi di architettura moresca del mondo. A loro volta, i musulmani, nell’Ottavo secolo dopo Cristo, avevano costruito la Mezquita dopo aver abbattuto una chiesa cattolica costruita in precedenza sullo stesso pezzo si terra. Da una quindicina di anni i musulmani spagnoli chiedono incessantemente alla Chiesa cattolica spagnola ed al Vaticano che sia loro concesso di pregare all’interno della ex moschea, in uno spazio riservato e da quindici anni ottengono netti rifiuti. In nessuna parte del mondo, infatti, in un luogo di culto consacrato dalla Chiesa cattolica è possibile celebrare cerimonie religiose musulmane.

 Il Governo dell’Andalusia ha ora deciso di prendere le loro parti, accusando il vescovo di comportarsi scorrettamente nella promozione turistica del gioiello architettonico, presentandolo al mondo solo come cattedrale e non come “moschea – cattedrale” o “cattedrale – moschea” ed intimando di cedere la gestione del bene ad un nuovo organismo controllato in parte dalla politica. La curia di Cordoba ha respinto in modo sdegnato la richiesta del governo, affermando che le accuse sono infondate, visto che sia sul sito internet che sul materiale promozionale cartaceo viene sempre spiegata con grande cura la genesi dell’attuale cattedrale cittadina e la sua precedente natura di moschea.

Nelle ultime settimane, i cattolici andalusi si sono mobilitati per difendere la loro cattedrale. Nelle scorse ore ha superato le centomila adesioni una petizione online per chiedere al governo andaluso di recedere dai propri intenti. “Viviamo un momento di attacco feroce ai cristiani e questo nemmeno i meno informati possono ora ignorarlo. – è scritto nel testo – Quella del governo è una operazione per fare scomparire i cattolici dalla vita pubblica ed ora hanno compiuto un passo decisivo per raggiungere questo obiettivo: vogliono toglierci le nostre chiese. I leader religiosi e gli ultimi papi ci hanno più volte messo in guardia. Sono contro di noi, ci vogliono espellere completamente dalla società”

100 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views