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Sorelle d’Italia, quando a vincere sono le donne. E gli uomini stanno a guardare

Le prodezze delle azzurre ai Giochi Olimpici invernali regalano soddisfazioni e medaglie all’Italia. L’ultima, d’oro e la più bella, è al collo di Sofia Goggia, prima connazionale a vincere nella discesa libera.
A cura di Jvan Sica
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Con il calcio fuori dai Mondiali e nella crisi più profonda degli ultimi 50 anni, il ciclismo che non riesce a creare un nome vero per le Classiche e uno sempre affidabile per i grandi Giri (attenzione però a Gianni Moscon), il basket in caduta libera per l’utilizzo indiscriminato di stranieri senza un vero senso, chi ci salverà? Questo ci chiedevamo all’Inizio delle Olimpiadi Invernali di PyeongChang 2018, ancora frastornati da Italia-Svezia e dalle “tarantelle” in Figc, e la risposta ci è arrivata fragorosa: a salvarci saranno le donne, le nuove ragazze dell’Italian Sport Pink Power che spesso sono intervenute nella storia del nostro sport per rimettere a posto quello che gli uomini hanno cercato in tutti modi di disintegrare fra screzi interni e pochezza nella visione d’insieme.

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In Corea del Sud la nostra portabandiera, Arianna Fontana, è stata la prima ad imporsi in una gara di un difficoltà impressionante, per la forza delle sfidanti e per la complessità della prova in sé, dove basta una leggera spinta per finire fuori gara. I 500 metri short track sono un minuto di fiato sospeso dove può succedere di tutto e dove energia imponente, elasticità, esperienza e colpo d’occhio servono tutti al massimo livello per vincere. E Arianna ci è riuscita, battendo oltretutto le coreane in casa loro dove lo Short Track è religione.

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La seconda ad imporsi invece è stata Michela Moioli in uno sport come lo Snowboardingcross in cui servono potenza, grandi capacità di lettura tattica, scorrevolezza e agilità. Lei arrivava da grande favorita ma non meno difficile è stata la vittoria, combattendo come una leonessa contro avversarie che l’avevano messa nel mirino fin dal primo metro della prima batteria. Vincere da grande favorita era forse ancora più complicato e Michela ci è riuscita, con la pazienza e la grazia di chi sa attendere ma allo stesso tempo sa pungere al momento giusto.

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E infine Sofia Goggia, il nostro talento più fulgido dello sci alpino, la ragazza che ci avvicinerà di nuovo alle piste da sci come aveva fatto Tomba “la Bomba” negli Anni ’90. Lei è riuscita a portarci il primo oro nella discesa libera femminile della storia, a vincere un oro dopo 16 anni dal Supergigante della Ceccarelli e soprattutto a farci immaginare un futuro bellissimo da vivere appresso alle sue prove pazze e dietro al suo talento smisurato.

E non solo queste tre ragazze hanno fatto furore in Corea: le ragazze del Biathlon, Lisa Vittozzi e Dorothea Wierer, capaci di ribadire con i colleghi uomini un bronzo olimpico che ci fa una delle grandi realtà del Biathlon internazionale, cosa che non era mai successa prima, Anna Cappellini e Carolina Kostner, capaci di diffondere grazia ed eleganza in loro ogni gara sul ghiaccio e siamo ancora in attesa spasmodica della Mass Start dello Speed Skating di Francesca Lollobrigida, pronipote della Lollo nazionale, che ha puntato alla gara che si terrà per la prima volta nel panorama olimpico.

E se ci affacciamo al di là degli sport invernali abbiamo schermitrici, judoka, pallavoliste e tante altre atlete che stanno tenendo botta in questa fase in cui lo sport italiano declinato al maschile singhiozza e si dimena fra polemiche di cui non abbiamo assolutamente bisogno. Se continua così il nostro inno dovrà cambiare l’attacco ed esaltare le nostre tante “Sorelle d’Italia”.

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