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Sondaggi elettorali, rispetto alle elezioni cresce solo la Lega: +13,7% in sette mesi

Il sondaggio dell’Istituto Piepoli realizzato per Porta a Porta ha indagato sulle intenzioni di voto dei cittadini, paragonandole con i voti conquistati dai partiti alle elezioni del 4 marzo 2018. È emerso che l’unico partito ad aver guadagnato consensi è la Lega, che segna un +13,7%. Tutti gli altri hanno invece segno negativo, compreso il M5S. Il governo giallo-verde, però, conferma i suoi alti consensi (61%).
A cura di Chiara Caraboni
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Il sondaggio effettuato dall’Istituto Piepoli  per il programma Porta a Porta trasmesso su Rai Uno, è stato ideato per mettere a paragone le percentuali dei consensi ottenuti dalle forze politiche alle scorse elezioni del 4 marzo e le intenzioni di voto di oggi. Potendo così analizzare le differenze tra i primi risultati e i secondi, ciò che risalta è l’aumento dei consensi alla Lega: è infatti l’unica a guadagnare il segno positivo in questi sette mesi.

Il partito di Matteo Salvini, che alle elezioni aveva conquistato il 17,35% degli elettori, oggi riuscirebbe a raggruppare una fetta quasi doppia di votanti: il 31% degli intervistati infatti disegnerebbe la croce sul simbolo della Lega se fosse chiamato ora al voto. Sebbene il governo giallo-verde mantenga una maggioranza significativa che supera ampiamente il 50%, con un consenso pari infatti al 61%, è proprio il Movimento 5 Stelle ad aver perso qualche elettore. Da quanto emerge dal sondaggio, se la Lega ha ampliato il suo bacino del 13,7%, il movimento pentastellato l’ha invece ridotto quasi del 3%, e ora si deve accontentare del 30%, quando alle elezioni era riuscito a toccare il 32,7%.

Il centrodestra nel complesso rimane forte anche nell’ottobre 2018, riuscendo ad arrivare al 45,5% dei consensi. Bisogna considerare, però, che quel numero comprende il 31% della Lega e vede dividersi il restante tra Forza Italia che raggiunge il 10%, Fratelli d’Italia il 3,5% e Noi con l’Italia- UDC allo 0,5%. È vero che, se il totale fa segnalare un +8% per il centro destra rispetto alle elezioni del 4 marzo dove si fermò al 37%, oltre alla Lega gli altri partiti, in realtà, in questi mesi hanno evidenziato segno negativo. Il partito di Berlusconi, infatti, ha perso il 4%, quello di Giorgia Meloni lo 0,8% esattamente come quello guidato da Raffaele Fitto.

Chi ha perso più consensi però rimane il centrosinistra, che in totale ha visto volare altrove il 3,8% dei voti degli elettori. Il Partito Democratico, infatti, negli ultimi mesi ha dovuto affrontare una discesa che l’ha portato fino al 16,5%, perdendo quindi il 2,3% dei voti rispetto al 4 marzo 2018, quando era riuscito a guadagnare il 18,8%. Anche +Europa di Emma Bonino ha segno negativo: -0,5% per il suo partito che ora si ferma al 2,6%. A completare il centrosinistra poi rimane l’1,5% dei consensi per gli altri partiti, che in totale lo farebbero arrivare, se ci fossero le elezioni, al 19%, quando a marzo, invece, avevano conquistato quasi il 23%. Anche Liberi e Uguali di Laura Boldrini e Pietro Grasso perde un po’ di gradimento e a ottobre ha il 2,5%, che significa lo 0,9% in meno rispetto alle elezioni (3,4%).

Le opinioni sulle manovre del governo

Oltre alle intenzioni di voto, l'Istituto Piepoli ha voluto capire anche l'opinione degli intervistati riguardo alcune delle misure del governo Conte. È stato domandato cosa pensassero dell'innalzamento del deficit al 2,4% e su questo gli interpellati disegnano una linea al centro che li divide esattamente tra chi – il 44% – crede sia giusto farlo, con l'obiettivo di approvare provvedimenti economici utili per i cittadini ed il Paese, e l'altro 44% che invece pensa che il governo avrebbe dovuto essere più prudente e si ritiene preoccupato. Ciò che rimane, il 12%, non si sente in grado di giudicare la misura sul deficit.

Poi è stata chiesto se credevano che il debito pubblico sarebbe cresciuto o meno durante questo governo. Qui i risultati sono leggermente più frammentati: il 44% crede che aumenterà e che gli italiani saranno costretti a pagare interessi più alti, il 26% pensa che si amplierà, ma è favorevole a questa ipotesi se permetterà di approvare certe misure economiche come la Flat Tax, il reddito di cittadinanza, o la riduzione delle tasse. Infine, il 22% si ritiene fiducioso nei confronti del governo e crede che il debito verrà tenuto sotto controllo, mentre il rimanente 8% non ha risposto.

Le ultime due domande poste agli italiani riguardano i risparmi e il reddito di cittadinanza. Con la prima infatti l'Istituto Piepoli si chiedeva se gli intervistati ritenessero al sicuro i loro risparmi e anche in questo caso il totale si è diviso quasi a metà, con il 43% che ritiene che i propri risparmi siano in pericolo, il 40% è invece tranquillo e il 17% non ha voluto esprimere la propria opinione. Riguardo al reddito di cittadinanza, invece, la domanda serviva a capire se i cittadini ritenessero che, con questa manovra, potessero aumentare l'occupazione, i posti di lavoro e si possano rilanciare i consumi. Qui il 58% ha dichiarato di sostenere che non aiuterà all'aumento mentre il 36% è positivo e crede possa essere utile.

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