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Sondaggi elettorali: Lega al 23%, Berlusconi precipita al 10%, tiene il M5s

Il leader della Lega può festeggiare: la gestione della crisi non ha avuto un contraccolpo in termini di consenso elettorale. Anzi, la Lega è al 23% e ha ormai nettamente distanziato Forza Italia, scesa al 10% e il Partito Democratico, ancora in flessione. Tiene il Movimento 5 Stelle, male Leu e Fdi.
A cura di Redazione
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Come noto, il patto fra Movimento 5 Stelle e Lega Nord pare in dirittura d’arrivo e a breve potrebbe essere ufficializzato anche il nome terzo cui affidare l’incarico di Presidente del Consiglio. Anche per questo motivo, appare particolarmente interessante conoscere l’orientamento degli elettori e il modo in cui si comporterebbero nel caso in cui si tornasse a votare nel breve periodo. L’indagine effettuata dal Barometro politico dell’Istituto Demopolis tra il 9 e il 10 maggio restituisce dati di grande rilevanza, che permettono di comprendere quanto abbia pesato la gestione della crisi nelle valutazioni sui politici degli italiani.

Come spiega il direttore di Demopolis Pietro Vento, “se si rivotasse oggi, più di 3 italiani su 4 confermerebbero la scelta effettuata il 4 marzo scorso, ma è interessante l’evoluzione del consenso ai principali partiti: più mobile, come nelle sue caratteristiche, il voto al Movimento guidato da Luigi Di Maio”. Infatti, se gli elettori fossero chiamati alle urne adesso, i Cinque stelle resterebbero comunque il primo partito, con il 34% e un lieve incremento rispetto a marzo, dopo le flessioni registrate nelle ultime settimane.

Vola invece la Lega di Matteo Salvini, che raccoglie il gradimento del 23% degli italiani con “un flusso in ingresso proveniente soprattutto dal partito di Berlusconi”. Forza Italia, infatti, è accreditata del 10%, con un calo di circa 4 punti rispetto alle politiche di marzo e con un trend negativo che prosegue da settimane. Stando a queste rilevazioni, dunque, il 26% degli elettori che il 4 marzo ha votato FI traslocherebbe tra le fila della Lega. Male anche il partito di Giorgia Meloni, al 4% circa.

Nel campo del centrosinistra le cose non vanno meglio. Non paga la scelta del Partito Democratico di non partecipare ai tavoli di discussione e gli elettori che voterebbero ancora il partito di Renzi e Martina sono il 17% degli italiani. Va peggio a Liberi e Uguali, che otterrebbe solo il 2,8% dei consensi e sarebbe dunque sotto la soglia di sbarramento per l’ingresso in Parlamento.

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