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Cina, si dichiara gay alla moglie: la famiglia lo fa rinchiudere in un centro psichiatrico

La denuncia di un uomo cinese: la famiglia lo ha fatto rinchiudere in un centro psichiatrico dove hanno cercato di curarlo per un “disturbo sessuale” con farmaci e percosse.
A cura di A. P.
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Fermato, rinchiuso in un ospedale psichiatrico e curato a suon di botte e farmaci solo perché si era dichiarato apertamente gay davanti ai familiari. È la drammatica esperienza di cui è stato vittima un uomo cinese originario di Zhumadian, nella provincia dell'Henan, nella Cina centro-orientale. Come racconta l'agenzia di stampa locale China News Service, il ragazzo, che ora è ora libero, ha deciso di citare in giudizio l'ospedale psichiatrico in cui è stato rinchiuso contro la sua volontà denunciando pubblicamente quanto subito al suo interno.

Secondo il racconto dell'uomo, la cui identità non è stata rivelata, tutto è iniziato quando si è dichiarato gay davanti alla moglie. A quel punto la coppia ha deciso di porre fine al loro matrimonio ma la donna si è rivolta ai familiari per raccontare l'accaduto. I giorno in cui avrebbe dovuto firmare le carte del divorzio quindi si è ritrovato la moglie e altri membri della sua famiglia che lo hanno portato con la forza di un centro psichiatrico gestito dal governo a Zhumadian facendolo rinchiudere.

L'uomo ha spiegato ai medici di non essere affatto pazzo però, l'ospedale gli ha diagnosticato un "disturbo sessuale" ritenendo necessario un trattamento obbligatorio. Nel corso delle successive due settimane l'uomo così è rimasto rinchiuso nel centro, drogato in maniera regolare con farmaci e più volte picchiato senza alcun motivo evidente. L'uomo è stato liberato solo quando un amico si è rivolto alla polizia che è intervenuta nel centro.

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