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Skinhead Como, Orlando: “I gruppi neofascisti e neonazisti vanno sciolti, legge lo permette”

Il ministro della Giustizia Andrea Orlando torna sul blitz degli skinhead a Como e si dice favorevole allo scioglimento dei gruppi neofascisti e neonazisti. “Sarebbe utile una ricognizione per capire il motivo per cui le incriminazioni sono così poche”, aggiunge.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il blitz degli skinhead a Como è ancora al centro del dibattito politico ed è l'occasione per parlare dei gruppi neofascisti e neonazisti e della possibilità di intervenire contro di essi per legge. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando è chiaro sul punto: questi gruppi vanno sciolti. In un’intervista a Repubblica, a Orlando viene chiesto se è favorevole allo scioglimento dei gruppi neofascisti e neonazisti e la risposta è un “” convinto: “La normativa spinge già in quella direzione. Quando ci sono messaggi che richiamano parole d'ordine del fascismo, e per di più vengono veicolati con l'uso della forza e dell'intimidazione, deve intervenire lo scioglimento”.

Orlando pone un interrogativo sugli attuali strumenti normativi: “C’è da chiedersi se siano adeguati oppure no”, sostiene aggiungendo che è necessario valutare anche “se vengono utilizzati abbastanza”. “Alla luce dei fatti a cui stiamo assistendo – un crescendo quasi seriale di episodi e provocazioni scatenate dai movimenti di estrema destra – credo sarebbe utile una ricognizione per capire il motivo per cui le incriminazioni sono così poche. Per questo mi confronterò con il Csm”, continua il ministro della Giustizia.

L’interpretazione della legge Scelba, secondo Orlando, “è stata ed è troppo riduttiva”: “Se devi dimostrare che ci sono finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista, non sempre l'applicazione risulta efficace. Perché molti gruppi dissimulano. Formalmente non vogliono ricostituire il partito fascista, ma nella pratica portano avanti messaggi e ideologie che riconducono al fascismo. In più dovendo questa legge tenere conto della sentenza definitiva, è chiaro che impone dei tempi non rapidi. La Mancino invece dovrebbe fare uno sforzo in più. E di questo, ripeto, dobbiamo discutere”. “Importante è – secondo Orlando – anche valutare il tipo di struttura di queste formazioni”.

Sul caso del Veneto Fronte Skinhead e del blitz avvenuto a Como, Orlando commenta: “Un conto è se si fossero limitati a distribuire i volantini. Invece sono entrati in quel centro culturale e hanno imposto la lettura del comunicato. Hanno una struttura gerarchica, quasi paramilitare, finalizzata a incutere timore. In casi eccezionali si può procedere d'urgenza. Con un provvedimento immediato. È uno strumento a cui si ricorre poco. Forse perché l'idea di mettere al bando con un atto amministrativo un'organizzazione politica può suonare illiberale”.

Movimenti come Casa Pound e Forza Nuova sono ammessi alle elezioni, ma non per questo sono legittimati, secondo il ministro della Giustizia:  “Partecipare alle elezioni non è un salvacondotto per essere legittimati. Anche il partito nazista andò al governo con le elezioni”. Orlando individua poi alcune motivazioni che hanno riportato in auge quella che viene definita l’onda nera del nuovo fascismo. Il primo è la “crisi sociale, con la guerra tra ultimi e penultimi”. Il secondo è “l’abbandono delle periferie da parte della politica”. Il terzo deriva dal fatto che “a sinistra è diminuito il richiamo a certi valori e simboli, antifascismo in primis”.

Per fermare l'onda nera – conclude Orlando annunciando che parteciperà alla manifestazione di sabato a Comoci vuole uno schieramento largo e compatto. Che vada oltre la sinistra e oltre le distanze politiche tra i partiti. Ho apprezzato le parole di condanna di Maroni e di Bossi e anche l'adesione dell'M5s con il candidato alla regione Lombardia, Dario Violi”. E lancia una proposta: “Bisogna ricreare una cultura antifascista collettiva permanente. Che nasca un comitato nazionale che si radichi in tutto il territorio con Comitati unitari. Perché di fronte a questi rigurgiti gli strumenti repressivi servono. Ma deve tornare la riprovazione sociale”.

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