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Siria, Obama: “Regime Assad cadrà. Non è una guerra tra Usa e Russia”

Tensione altissima tra Russia e Usa dopo i raid aerei di Mosca che hanno colpito i ribelli anti Assad ma non l’Isis. Obama: “Questa non è una guerra tra Usa e Russia. Non è una partita a scacchi tra superpotenze”.
A cura di Antonio Palma
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UPDATE – “Il regime di Assad cadrà”, ha detto il presidente degli Stati Uniti Barack Obama sottolineando che “questa non è una guerra tra Usa e Russia”, che “non è una partita a scacchi tra superpotenze”. “Con Putin abbiamo parlato della necessità di una transizione politica in Siria. Ma sono stato chiaro: non si può riabilitare Assad”, ha precisato Obama definendo la visione del presidente russo “un disastro”. “Vogliamo tenere aperte le porte della comunicazione con i russi, ma non si può lavorare insieme se non si riconosce che in Siria il governo deve cambiare”, ha aggiunto ancora Obama. Per Obama “la coalizione di Putin è con Iran e Assad, il resto del mondo è in coalizione con noi” e “il motivo per cui Assad è ancora al potere è perché la Russia e l'Iran sono stati disposti a sostenerlo”. Il presidente americano ha anche garantito che gli Usa continueranno “a sostenere le forze di opposizione moderate che abbiamo addestrato in Siria” e respingerà “l'idea della Russia che tutti quelli che sono contro Assad sono terroristi”. Obama ha anche detto che I raid russi in Siria stanno rafforzando lo Stato Islamico.

È ancora altissima la tensione tra Stati Uniti e Russia dopo i raid aerei di Mosca in Siria a sostegno delle truppe del regime di Assad. Nonostante il faccia a faccia tra Obama e Putin e i continui colloqui tra fonti diplomatiche dei due Paesi anche ad alti livelli, le accuse reciproche non si fermano e si rischia un'escalation. Secondo fonti interne Usa, dopo i nuovi raid russi che avrebbero preso di mira i ribelli anti regime e non l'Isis, il Pentagono infatti starebbe valutando l'ipotesi di usare la forza militare per proteggere i ribelli anti-Assad addestrati dalle truppe di Washington. A rivelarlo ai media statunitensi sono state fonti dello stesso dipartimento della difesa, anche se finora il ministro Ash Carter ha rifiutato di parlarne. L'intento sarebbe quello di proteggere i ribelli addestrati in America che al momento sono operativi in territorio siriano, soprattutto nel nord. L'ipotesi sarebbe al vaglio del gruppo composto dai vertici militari e dai dirigenti politici del Pentagono che stanno valutando i rischi connessi ad una operazione del genere che potrebbe portare ad un contatto armato con la Russia.

Anche per questo fonti diplomatiche premono su Mosca affinché concentri i suoi sforzi solo ed esclusivamente sull'Isis e non sui ribelli opposti al regime di Bashar al Assad, fra i quali ci sono quelli addestrati dagli Usa. "La cosa importante è che la Russia non indirizzi le sue azioni contro altri che non sia l'Isis. Questo è chiaro e lo abbiamo fatto presente in maniera chiara" ha sottolineato il Segretario di Stato, John Kerry al termine dell'ennesima conference call tra i diplomatici dei due Paesi. "Le operazioni militari della Russia viste fino ad ora sollevano alcune preoccupazioni in quanto la Russia sta prendendo di mira zone dove sono presenti poche se non nessuna delle forze che operano per l'Isis" ha confermato il portavoce della Casa Bianca Jodh Earnest. Della Siria si parlerà oggi anche in Europa nel corso del vertice tra i presidenti di Russia, Ucraina, Francia e Germania sulla crisi in Ucraina in programma a Parigi.

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