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Siria, turchi entrano ad Afrin: centinaia di migliaia di civili in fuga

Il presidente Erdogan ha annunciato trionfante la presa della città da parte del cosiddetto Esercito di liberazione siriano appoggiato dai turchi. Più di 200mila civili hanno lasciato la città fino ad oggi amministrata dai curdi per sfuggire ai violenti combattimenti.
A cura di Antonio Palma
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"Le unità delle Forze siriane di liberazione, sostenute dall’esercito turco, hanno preso il controllo totale del centro di Afrin questa mattina alle 8:30", così il Presidente turco  Recep Tayyip Erdogan ha annunciato questa mattina la presa del città curda di Afrin da settimane al centro  di violenti scontri  tra i miliziani curdi  dello Ypg e i ribelli siriani di Jaysh al-Khor, appoggiati da truppe  e soprattutto raid aerei turchi che hanno fatto centinaia di vittime anche tra i civili. Dopo intensi combattimenti e una strenua difesa da parte dei curdi, lo sfondamento delle difese curde nel nord ovest della città siriana sarebbe avvenuto dal sud est della città. A riportare la notizia l'emittente Cnn Turk secondo la quale i combattenti del cosiddetto Esercito di liberazione siriano avrebbero preso il controllo di parte del centro, due chilometri all'interno del perimetro urbano.

Alcune immagini diffuse dai miliziani alleati dei turchi mostrano bandiere dei guerriglieri curdi dello Ypg ammainate e stracciate mentre loro avanzano nella città sembra senza incontrare resistenza accanita come in precedenza. Secondo le prime notizie in effetti pare che i curdi si siano ritirati in postazioni più difendibili alla periferia della città, abbandonando gli uffici governativi forse per evitare un massacro di civili dopo che i raid aerei di Ankara hanno colpito anche l’unico ospedale di Afrin, con nove morti. All’inizio della battaglia alla fine di gennaio in città c'erano dai 200 ai 300 mila civili, molti dei quali sono rimasti intrappolati dall'offensiva turca per sottrarre l'area ai curdi siriani, accusati da Erdogan di avere legami profondi con i curdi turchi del Pkk, organizzazione che il governo di Ankara considera terrorista.

Il cantone di Afrin è stato amministrato dallo Ypg dalla fine del 2012, quando, di fronte all’avanzata dei ribelli dell’Esercito siriano libero, i governativi erano stati costretti a ritirarsi e avevano ceduto il controllo del Nord della Siria ai guerriglieri curdi.  Secondo l'Osservatorio siriano sui diritti umani, negli ultimi giorni più di 200mila civili hanno lasciato la città per sfuggire ai violenti combattimenti ma raid turchi avrebbero preso di mira anche alcun carovane si sfollati nelle ultime ore uccidendo nove civili. "Siamo rimasti rinchiusi dieci giorni, i nostri figli sono affamati e ammalati. Stiamo perdendo tutto" ha raccontato una donna.  "Per dieci giorni siamo stati circondati  nessuno ci ha portato del cibo. I nostri bambini sono affamati e non troviamo nemmeno del pane. Abbiamo bisogno di tutto" ha raccontato un altro profugo.

Anche se l’esercito turco però nega di averlo preso di mira i civili, foto diffuse da abitanti della città invece confermerebbero che le vittime, solo sabato, sono state diverse decine. L'unica via di fuga aperta per i civili è un corridoio a Sud-Est attraverso il quale molti  hanno puntato su Aleppo, dove c’è una importante comunità curda. Erdogan, parlando domenica mattina, ha ribadito che quella su Afrin non è stata una campagna di invasione, ma un’offensiva contro il terrorismo.

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