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Siria, strage in un campo profughi: almeno 100 morti

Oltre cento persone hanno perso la vita ieri in seguito all’esplosione di un’autobomba in un campo profughi, sulla riva orientale dell’Eufrate in Siria. L’Osservatorio per i diritti umani (Ondus) ha attribuito l’attacco all’Isis.
A cura di Annalisa Cangemi
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Ancora un attacco in Siria in un campo profughi: l'Isis ha colpito ancora. Il bilancio è di 100 morti e circa 140 feriti. E' accaduto ieri, in un accampamento sulla riva orientale dell'Eufrate, nella provincia orientale di Dayr az Zor.

A renderlo noto è stato un portavoce delle cosiddette Forze democratiche siriane (Sdf), a predominanza curda, legate alla coalizione a guida Usa. A provocare la strage sarebbe stata un'autobomba che è stata fatta esplodere tra i giacimenti di gas di Conoco e Jafra. L'Osservatorio per i diritti umani (Ondus) ha attribuito l'attacco ai miliziani dello Stato islamico. "L'attacco ha avuto luogo sulla strada che solitamente viene usata per trasportare cibo e beni di prima necessità", ha precisato l'Ong.

La città siriana era stata liberata da pochi giorni dall'Isis, con l'offensiva delle forze governative di Damasco. Era l'ultimo centro urbano ancora nelle mani dei miliziani islamisti. L'ultimo grande colpo per i terroristi del Daesh, che nelle ultime settimana sia in Siria sia in Iraq hanno subito notevoli perdite: nei due Paesi l'Isis non controlla più alcuna città.

Secondo la tv di stato l'attentatore sarebbe stato un kamikaze, che ha fatto saltare in aria l'esplosivo caricato sull'auto su cui viaggiava nei pressi del centro per rifugiati che ospita centinaia di sfollati da Dayr az Zor.

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