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Siria, scoperta fossa comune nell’ex capitale dell’Isis: “Ci sono almeno 200 corpi”

La fossa era stata scavata sotto un campo di calcio a Raqqa, vicino all’ospedale in cui i combattenti del Califfato si erano trincerati prima di essere cacciati dalla città nell’ottobre del 2017 dalle forze occidentali.
A cura di Biagio Chiariello
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Sconvolgente scoperta a Raqqa, l'ex ‘capitale' dell'Isis nel nord della Siria: una fossa comune all’interno della quale potrebbero esserci fino a 200 corpi. A segnalarlo è un funzionario della città, Abdallah al-Eriane, secondo quanto riporta Al Arabiya: “Sono 50 i corpi, tra civili e ribelli, recuperati finora. La fossa era stata scavata sotto un campo di calcio" ha spiegato al-Eriane. La fossa era stata scavata sotto un campo di calcio, vicino all'ospedale in cui i combattenti dello Stato Islamico aveva resistito prima di essere cacciati dalla città nell'ottobre del 2017 dalle ‘Forze democratiche siriane' appoggiate dagli Stati Uniti. Ora, a distanza di sei mesi dall'offensiva militare, spuntano i resti di chi, sgradito ai jihadisti, veniva eliminato in seguito a processi sommari o solo per aver violato le regole folli del ‘Califfato'. Negli ultimi mesi altre fosse comuni stono state trovate in Siria e in Iraq.

La situazione dopo i raid della scorsa settimana

Intanto prosegue il gelo tra Russia e Occidente dopo i bombardamenti della scorsa settimana sulle postazioni dei jihadisti. Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna “hanno bombardato i negoziati di Ginevra” ha dichiarato ieri il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, al termine di un colloquio con l’inviato speciale dell’Onu in Siria, Staffan de Mistura. “Il 14 aprile non sono stati semplicemente degli impianti chimici inventati ad essere bombardati, ma anche i negoziati di Ginevra: dopo il vertice di Sochi e quello trilaterale russo-turco-iraniano eravamo arrivati molto vicini al rilancio di un vero dialogo fra i siriani, di tutto su una riforma costituzionale”, ha concluso Lavrov.

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