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Siria, per gli Usa Assad “disperato”. Da Nato ok ai missili Patriot in Turchia

Ieri la Nato, dopo aver definito “inaccettabile” l’utilizzo delle armi chimiche, ha deciso di sostenere la Turchia nella sua difesa del territorio con il dispiegamento dei missili Patriot al confine con la Siria. Hillary Clinton sulla questione: “Usa temono che un Assad disperato possa usarle”.
A cura di Susanna Picone
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Ieri la Nato, dopo aver definito “inaccettabile” l’utilizzo delle armi chimiche, ha deciso di sostenere la Turchia nella sua difesa del territorio con il dispiegamento dei missili Patriot al confine con la Siria. Hillary Clinton torna sulla questione.

È arrivato ieri sera l’ok della Nato per autorizzare il dispiegamento di batterie di sistemi di difesa antimissile Patriot in Turchia, al confine con la Siria. La richiesta era stata formulata da Ankara che più volte è stata costretta a rispondere ai colpi siriani caduti nel territorio turco e i Paesi dell’Alleanza Atlantica, dopo aver ribadito quanto già “avvertito” da Obama a proposito dell’eventuale uso di armi chimiche da parte del regime, hanno accettato di aumentare le difese aeree della Turchia per difendere la popolazione e il territorio e contribuire a disinnescare la crisi in Siria. Intanto, da Bruxelles, il segretario di Stato americano Hillary Clinton è tornata sul discorso della eventualità delle armi proibite: “Gli Stati Uniti temono che un Assad disperato possa utilizzare le armi chimiche o perdere il controllo su di esse”. Un Assad che, stando a quanto riporta l’Ansa che cita il quotidiano Haaretz, starebbe valutando l’ipotesi di chiedere asilo politico in America Latina per sé e per la sua famiglia nel caso in cui fosse costretto a lasciare Damasco.

Monti: impegnati nel processo di consolidamento della opposizione siriana – Tutto questo mentre in Siria si continua a morire sotto i colpi dell’artiglieria: ieri l’agenzia governativa Sana ha dato notizia di un attacco in una scuola nei pressi della capitale in cui sono rimaste uccise 29 persone. Oltre a loro anche i Comitati locali di coordinamento hanno dato notizia di altre numerose vittime. E della crisi in Siria hanno parlato dall’Italia anche il premier Mario Monti e il ministro degli Esteri Giulio Terzi. Il primo, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi con il premier libanese, ha affermato di essere impegnato nel processo di consolidamento della opposizione siriana dicendosi estremamente preoccupato per la situazione e ritenendo inaccettabili le sofferenze inferte ai civili. Terzi, invece, ha fatto sapere che l’Italia, per far fronte alla crisi umanitaria, ha stanziato altri 1.5 milioni di euro. “Abbiamo stanziato questi fondi per far fronte all’emergenza inverno in molti campi, in particolare in Giordania, dove molti bambini stanno già morendo per assideramento”, così il titolare della Farnesina secondo il quale i profughi sono ormai 300mila.

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