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Siria, la Russia lancia nuovi raid su Aleppo: colpiti anche due ospedali

Mosca ha intensificato nelle ultime ore i bombardamenti su Aleppo: colpiti anche due ospedali, feriti medici e pazienti.
A cura di Davide Falcioni
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"E' molto probabile che nelle prossime 24 ore inizieranno azioni belliche per cacciare i miliziani da Aleppo": a dare l'annuncio è stato Franz Klintsevich, vice presidente della Commissione Difesa e Sicurezza del Senato russo, rivelando alla comunità internazionale la probabile intensificazione dei raid aerei nella città in parte controllata dai miliziani dello Stato Islamico, in parte da altri gruppi che si oppongono con le armi al governo di Bashar al Assad.

Nelle scorse ore dalla portaerei Admiral Kuznetsov schierata nel Mar Mediterraneo Orientale sono decollati i primi cacciabombardieri che, dopo giorni di relativa calma, hanno lanciato nuovamente attacchi su Aleppo colpendo soprattutto i quartieri di Haidariya, Hanano e Sakhour. Una fonte ha spiegato ad Al Jazeera che decine di bombe sono state sganciate sulla città e che si tratta del più violento attacco delle ultime due settimane.

Secondo l'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani – con sede nel Regno Unito – i raid delle ultime ore avrebbero colpito anche due strutture sanitarie ubicate nei quartieri controllati dai ribelli a ovest di Aleppo, ferendo gravemente pazienti e medici. Non si tratta purtroppo di una novità, né di un'anomalia: da mesi, infatti, l'aviazione siriana – coadiuvata da quella russa e sostenuta anche dall'Iran – effettua bombardamenti agli ospedali. Sia Mosca che Damasco hanno sempre negato ogni addebito sostenendo che i raid hanno sempre colpito postazioni dei ribelli, ma venendo smentiti anche dalle Nazioni Unite.

Con l'elezione di Donald Trump alla Casa Bianca la guerra in Siria potrebbe arrivare nei prossimi mesi a una svolta decisiva: Washington e Mosca, spesso ai ferri corti durante la presidenza Obama, potrebbero trovare un asse comune insieme al presidente siriano Bashar al-Assad per combattere l'Isis. Gli usa abbandonerebbero il sostegno ai ribelli moderati anti regime: lo ha lasciato intendere proprio Donald Trump in una intervista al Wall Street Journal, la prima dopo la sua elezione.

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