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Siria, accusa choc degli Usa: “Regime Assad ha usato forni crematori”

Secondo Stu Jones, l’inviato degli Stati Uniti in Medio Oriente, il regime di Assad avrebbe aperto un forno crematorio nei pressi di Damasco e bruciato i corpi di molti oppositori.
A cura di Davide Falcioni
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Assad come Hitler. E' questo il senso di un'accusa molto pesante mossa da Stu Jones, l'inviato degli Stati Uniti in Medio Oriente, secondo cui il capo del governo di Damasco "è sprofondato in un nuovo livello di depravazione" anche grazie al sostegno di Russia e Iran. Il diplomatico americano – a sostegno delle sue tesi – ha mostrato le foto declassificate di un edificio della prigione militare che sarebbe stato modificato per creare un forno crematorio.(ANSA). Secondo l'amministrazione di Donald Trump il governo siriano avrebbe eseguito condanne a morte di massa dei prigionieri e successivamente bruciato i loro cadaveri in un grande crematorio fuori Damasco per nascondere le prove. Secondo il Dipartimento di Stato, circa 50 detenuti al giorno sono impiccati nella prigione militare di Saydnaya, a 45 minuti dalla capitale.

Raid USA provoca 20 morti civili

Ma nel giorno in cui la Casa Bianca accusa il regime di Assad di tremendi crimini arriva una notizia che – ancora una volta – dimostra come i "bombardamenti chirurgici" della Coalizione Internazionale sovente provochino delle stragi. E' infatti di venti civili uccisi, di cui 12 donne, il bilancio dei raid aerei della Coalizione a guida Usa nel nord della Siria in una zona in mano all'Isis. Lo riferiscono l'Osservatorio nazionale per i diritti umani e media locali. Il bombardamento ha colpito, secondo le fonti, la località di Akayrshe, a sud-est di Raqqa. Secondo alcuni resoconti il raid ha preso di mira un autobus sul quale viaggiavano civili. Altre testimonianze parlano di un bombardamento su edifici.

Il regime di Assad verso la riconquista di tutta Damasco

Nel frattempo il regime siriano è sul punto di ripristinare la propria autorità sull'intera capitale Damasco, dopo sei anni di conflitto che hanno causato distruzioni nei quartieri periferici e la fuga di migliaia di abitanti. In seguito all'evacuazione dei ribelli da Barzé, Teshrin e Qabun, roccaforti dell'opposizione da marzo 2011, gli insorti stanno vedendo sfumare il loro obiettivo di conquistare la capitale e di destituire il regime di Assad."Con la presa di questi tre quartieri, il regime controlla quasi tutta la capitale. Ai ribelli non resta che una parte di Jobar, che è in larga parte distrutta", ha sottolineato Rami Abdel Rahmane, direttore dell'Osservatorio siriano dei diritti umani (Osdh).

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