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Siracusa, Museo del papiro vende pezzi per tagli ai finanziamenti

Al Museo del Papiro Corrado Basile di Siracusa finiscono in vendita venti frammenti di papiri greci e demotici ancora inediti. La direttrice dell’istituzione: “Siamo obbligati, la Regione ci ha dimezzato i contributi”.
A cura di Redazione Cultura
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Una pratica di auto finanziamento che fa già discutere. Mettere in vendita venti frammenti di papiri greci e demotici facente parte della propria collezione per scongiurare la chiusura dopo i tagli previsti dalla Regione Sicilia. È quanto accade al Museo del papiro Corrado Basile di Siracusa. I pezzi sono stati acquistati dieci anni fa e ancora inediti, così si legge nel curioso "annuncio di vendita". Il Museo fu fondato da Anna Di Natale e Corrado Basile, due nomi noti nel settore per il loro impegno nella ricerca papirologica, anche in collaborazione con Il Cairo.

Dopo il clamoroso annuncio, che ha scatenato anche feroci commenti, la direttrice del Museo siracusano Anna di Natale ha risposto che il museo del papiro ha deciso di mettere in vendita alcuni papiri della propria collezione: "per reperire risorse e realizzare altri progetti. Siamo obbligati, la Regione ci ha dimezzato di anno in anno i contributi".

Nella tarda mattinata di ieri, poi, l’annuncio è scomparso dalla home page del sito e dalla pagina Facebook. Probabilmente si è trattato solo di una provocazione. Il museo siracusano è abituato alle battaglie a difesa dell’istituzione creata da Corrado Basile a Siracusa. Negli anni scorsi, proprio Basile era sceso in campo contro la Regione accusata di aver dapprima promesso un intero ex convento per allestire il museo sull'isola di Ortigia e, successivamente, di aver concesso parte dei locali alla galleria regionale di palazzo Bellomo.

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