Sigarette elettroniche: tassa per evitare tagli alla polizia penitenziaria
Di tassa sulle sigarette elettroniche si parla ormai da tempo nel mondo politico da parte di parlamentari e rappresentanti del governo con soluzione anche molto diverse tra loro. L'obiettivo di molti è equiparare le e-cig alle normali sigarette non solo per motivi salutari ma soprattutto per rimpinguare le casse dello stato. Ancora maggiori infatti sono le ipotesi sulla destinazione dei proventi di questa tassazione. L'ultima proposta in ordine di tempo è quella presentata dai senatori del Pd Casson, Lumia, Capacchione, Cirinnà, Filippin, Lo Giudice, Manconi e Ginetti. Con un emendamento al decreto svuota carceri già approvato dalla commissione Giustizia del Senato i parlamentari del Pd chiedono una tassazione del 58,5 per cento da applicare al prezzo di vendita dei kit delle sigarette elettroniche e delle ricariche per evitare i tagli di organico alla polizia penitenziaria.
Evitare riduzione del personale carcerario – Secondo la proposta con la nuova tassa sulle sigarette elettroniche, che è pari a quella in vigore per il pacchetto di bionde, si riuscirebbe a recuperare i 35 milioni di mancati introiti provenienti dalla mancata riduzione del personale di polizia penitenziaria nel 2013 e ulteriori 35 milioni nel 2014. Secondo l'emendamento, che ovviamente deve affrontare l'esame dell'aula, dovrebbe poi essere il ministro dell'Economia e delle finanze, "con decreto da adottarsi entro il 31 agosto 2013", a stabilire le procedure per la variazione dei prezzi di vendita al pubblico. La proposta probabilmente non troverà d'accordo il governo che aveva già pensato di usare quei soldi per altri scopi come la copertura del mancato aumento dell'Iva.