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Si avvicina la notte di San Lorenzo: l’antica origine della notte più attesa dell’estate

Se per gli astrologi cinesi erano segni di disastri imminenti, per i soldati romani l’apparizione delle stelle cadenti rappresentava la speranza di veder tornare i compagni dalla battaglia: la notte di San Lorenzo lega il suo nome alla cristianità, ma in realtà ha origini molto più antiche.
A cura di Federica D'Alfonso
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Mancano poche ore alla notte più attesa dell’estate: quella di San Lorenzo e quindi, delle stelle cadenti. Chiunque, almeno una volta nella vita, ha alzato gli occhi al cielo nella speranza di vedere la scia luminosa lasciata da quelle che, in realtà, non sono vere e proprie stelle, bensì meteore. Ma al di là delle precisazioni scientifiche, la notte del 10 agosto suscita ancora un fascino estremo: una notte in cui tutto sembra possibile, la cui origine è molto più antica di quello che pensiamo.

Le stelle cadenti e i “desiderantes”

Fin dall’antichità l’uomo ha cercato nel cielo le risposte agli avvenimenti terreni. Stelle cadenti e comete erano interpretate come segni di avvenimenti imminenti, anche se non sempre sono state considerate di buon auspicio: gli astronomi cinesi già sei secoli prima di Cristo leggevano l’apparizione di questi fenomeni celesti come presagi di crisi di governo o di sanguinose battaglie, così come greci, alcuni secoli dopo, interpreteranno le scie luminose della volta celeste come le lacrime versate dagli dei sulle sventure degli uomini.

Saranno gli antichi romani a leggere nelle stelle cadenti segni diversi, di buon auspicio: la stessa etimologia del verbo “desiderare” è legata al particolare rapporto col cielo dell’uomo romano, che “stava sotto le stelle e aspettava”. Cesare, nel De Bello Gallico, chiama i suoi soldati “desiderantes” raccontando come coloro che avevano combattuto durante il giorno sedessero sotto le stelle ad aspettare i compagni che non erano ancora tornati dal campo di battaglia.

Da Priapo a San Lorenzo: le “lacrime” degli dei

Ma perché proprio la notte del 10 agosto sembra essere quella più carica di fascino e di attesa? Sia i greci che i romani celebravano, in questo periodo, numerose festività propiziatorie: a Roma veniva portata in processione per la città una riproduzione del fallo del dio Priapo, simbolo di fertilità, e l’apparizione delle stelle cadenti veniva interpretata come l’eiaculazione del dio che rendeva fertili i campi.

Paganesimo e tradizione cristiana s’intrecceranno, in seguito, per dar vita alla ormai tradizionale ed attesissima notte di San Lorenzo la quale, secondo la leggenda, prenderebbe il nome da uno dei sette diaconi cristiani vissuti all'epoca di Valeriano e messi a morte dallo stesso imperatore nel 257. In realtà il nome di Lorenzo rimanderebbe, secondo altri, a Larentia, divinità femminile della fertilità: con l’avvento del cristianesimo quale religione ufficiale dell’impero le lacrime propiziatorie della dea si trasformano in quelle del martire Lorenzo, bruciato su un rogo a causa della sua fede.

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