Si ammala di cancro e deve curarsi: Agenzia delle Entrate le taglia lo stipendio per i giorni persi
Si è ammalata di tumore e per questo si è vista decurtare lo stipendio di 2.100 euro. Protagonista della spiacevole disavventura giudiziaria è G. F, 64enne di Belluno dipendente dell’Agenzia del territorio. Stando a quanto si legge sul Gazzettino, tutto inizia sul finire del 2009, quando la donna, nel periodo precedente il Natale, scopre di essere malata. Ovviamente la sua vita cambia drasticamente: prima la diagnosi, poi i cicli di chemioterapia ad Aviano, quindi la convalescenza. Un calvario – sempre stando al quotidiano – durato 18 mesi, e in questo periodo G.F. “si reca settimanalmente all’ospedale friulano per le cure”. Nel 2011, dopo la seconda metà dell’anno, la donna rientra al lavoro.
La 64enne pensa si essersi lasciata tutto alle spalle, quando il passato riaffiora drammaticamente con l’Agenzia delle Entrate, che intanto ha assorbito quella del Territorio, che le presenta il conto. Nel 2017, infatti, secondo quanto raccontato dalla donna al Gazzettino, la società “si è prefissata di operare una verifica su tutte le malattie brevi dei dipendenti, così da decurtare l’indennità ricevuta da chi risultava essersi assentato dal lavoro per massimo 10 giorni, così da recuperare le somme elargite indebitamente”. Il problema sarebbe stato originato da una norma del decreto Brunetta che prevede la decurtazione di una parte dello stipendio per i primi dieci giorni di malattia. Taglio che viene meno dall’undicesimo giorno in poi.
Secondo quanto riporta il giornale locale si tratterebbe di un errore del software. In pratica, nel caso in questione, “tutti gli appuntamenti settimanali con la chemio ad Aviano sarebbero stati considerati come interruzioni della malattia – spiega il sindacalista Della Giacoma – in questo modo risulterebbe che i 18 mesi di assenza dal posto di lavoro della signora sono formati da tanti brevi periodi di malattia, della durata di meno di una settimana. Le giornate spese in terapia salvavita, invece, non dovrebbero nemmeno essere considerate nel computo totale dei giorni di malattia”. Da quel momento tuttavia la busta paga della dipendente avrebbe cominciato ad essere alleggerita. “300 euro in meno ogni mese vengono trattenuti da luglio allo stipendio della donna così da recuperare la somma pagata, a detta dell’Agenzia, indebitamente, alla lavoratrice”, spiega il sindacalista ad Alessia Trentin del Gazzettino. Allo stato attuale si tratterebbe di 2100 euro “tolti per venire restituiti al datore di lavoro”. Intanto – dice la signora – “sono sette mesi che questa storia va avanti e non ne posso più”.