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Sì alla messa per Mussolini, ma non per chi è stato cremato. Fedeli protestano con il Papa

Un gruppo di fedeli liguri ha protestato con il Papa dopo la decisione di un prete e del Vescovo di Ventimiglia di non celebrare una messa di suffragio per un ragazzo cremato dopo il decesso.
A cura di Davide Falcioni
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Misericordiosi sì, ma di celebrare messa per un ragazzo deceduto e fatto cremare dalla famiglia non se ne parla. E' successo in Liguria, dove un prete, con il lascia passare del vescovo di Ventimiglia, alcuni giorni fa si è rifiutato di celebrare la messa in suffragio di Sergio Cresto, un 30enne morto nel 1986 in Corsica mentre stava disputando un rally. La motivazione fornita dal sacerdote? Il pilota venne fatto cremare e le sue ceneri vennero disperse in mare senza la "canonica" sepoltura in un camposanto. Il caso, avvenuto in una parrocchia di provincia, ha però destato scalpore tanto che molti fedeli, sinceramente sbalorditi, si sono chiesti come mai la Chiesa abbia accettato di celebrare messe di suffragio per dittatori come Mussolini e altri morti fascisti e non invece per un ragazzo deceduto in un incidente automobilistico.

Il vescovo di Ventimiglia, monsignor Suetta, ha tentato di spiegare cosa è accaduto: "Ho fatto presente ai familiari che per il fratello non era stata seguita la prassi della liturgia della sepoltura cristiana". La sorella di Sergio Cresto, Roberta, ha replicato che avrebbe voluto far celebrare una messa in ricordo del fratello per far felice la madre anziana che ci teneva molto: "Il sacerdote mi ha detto che non era opportuno: si sarebbe creato un caso. Poi ha sottolineato che la chiesa di Sant'Ampelio era chiusa e che mia madre non era l'unica donna ad aver perso un figlio". La negazione di una cerimonia di suffragio ha spinto Roberta a scrivere una lettera di protesta a Papa Francesco, facendola firmare a qualche centinaio di fedeli.

La protesta dei fedeli è assolutamente legittima anche perché, a quanto pare, il Vescovo avrebbe ignorato il regolamento sul rito delle esequie stilato dalla Cei qualche anno fa, in base alle direttive emanate dalla Congregazione della Dottrina della Fede. In un passaggio di parla proprio delle cremazioni. “A coloro che avessero scelto la cremazione del loro cadavere si può concedere il rito delle esequie cristiane: tutto questo, in base a quanto stabilito dall’Istruzione della Sacra Congregazione del Sant’ Uffizio, De cadaverum crematione, in data 8 maggio 1963, nn. 2-3”.

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