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Sfregiata con l’acido, Gessica dimessa dopo 2 mesi d’ospedale: speranze per la vista

La 28enne riminese Gessica Notaro è stata dimessa dall’ospedale Bufalini di Cesena dove era ricoverata dal 10 gennaio scorso in seguito all’aggressione con l’acido subita dal suo ex compagno. Nelle ultime settimane aveva subito diversi interventi.
A cura di Susanna Picone
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Gessica Notaro, la ventottenne riminese sfregiata con l'acido dal suo ex fidanzato Edson Tavares, attualmente rinchiuso nel carcere di Forlì, è stata dimessa dall'ospedale Bufalini di Cesena dove era ricoverata dal 10 gennaio scorso, giorno dell'agguato avvenuto sotto casa sua. Finalmente Gessica, dopo quasi due mesi di ospedale e diversi interventi chirurgici, può quindi tornare a casa. Nelle ultime settimane la giovane, addestratrice di leoni marini all'Acquario di Rimini ed ex miss Romagna, è entrata tre volte in sala operatoria per subire interventi al volto e all’occhio sinistro, quello più danneggiato dall’acido. L’operazione è riuscita ma bisognerà aspettare ancora un po’ di tempo per capire se la ragazza recupererà completamente la vista. Per il momento Gessica ha l'occhio bendato in attesa che finisca il decorso post-operazione.

Revocata la carta di soggiorno all'ex fidanzato – Intanto nei giorni scorsi è stata revocata la carta di soggiorno a Edson Tavares, il ventinovenne capoverdiano accusato di avere sfregiato con l'acido la sua ex fidanzata Gessica. Lo ha deciso il Questore Maurizio Improta: al termine della sua vicenda giudiziaria l’uomo dovrà dunque lasciare l'Italia. Uno dei suoi legali ha parlato al Resto del Carlino di “provvedimento illegittimo” e ha affermato che “si poteva valutare tutto con più calma”. L'uomo, da parte sua, si dichiara innocente.

Comune Rimini parte civile – Il Comune di Rimini nel frattempo ha deciso di costituirsi parte civile nei confronti del capoverdiano. In una nota dell’amministrazione comunale viene spiegato che “è stato depositato presso il Tribunale di Rimini da parte dell’avvocato Moreno Maresi, a cui è stato affidato il patrocinio legale del Comune di Rimini, l’atto di costituzione che formalizza la volontà manifestata dall’ente all’indomani della brutale e spietata aggressione”. Allora la stessa amministrazione definì la costituzione di parte civile un atto doveroso per dimostrare “vicinanza e sostegno a una giovane donna che è attesa da un lungo e non semplice percorso per riacquisire quella normalità di cui è stata privata in maniera così drammatica e improvvisa”.

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