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Sequestrata, picchiata e violentata per 24 ore: l’incubo vissuto da una 30enne ad Asti

Arrestati due tunisini: avevano rinchiuso la donna in uno scantinato e l’avevano legata a una brandina con il cavo di un telefono. La 30enne è riuscita a inviare un messaggio su Whatsapp a un’amica che ha consentito alla polizia di trovarla.
A cura di Susanna Picone
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Una donna di trenta anni ad Asti è stata sequestrata e violentata per una giornata intera da due uomini, poi arrestati dalla polizia. La vittima, una donna alessandrina con un passato da tossicodipendente, è stata legata a una brandina di uno scantinato col cavo di un telefono e lì picchiata e violentata per lunghe ventiquattro ore dai suoi aguzzini. Alla fine è stata liberata dalla polizia dopo che venerdì suo padre ne aveva denunciato la scomparsa. “Mi hanno rapito, aiutatemi”, i messaggi Whatsapp che la donna ha mandato a un'amica col cellulare che era riuscita a nascondere ai suoi aggressori e che hanno permesso alla squadra mobile di rintracciarla e salvarla. Sequestro di persona, violenza sessuale e lesioni le accuse a vario titolo nei confronti dei due uomini arrestati, due tunisini pregiudicati con precedenti per spaccio di droga che probabilmente la vittima aveva frequentato nel suo passato da tossicodipendente. Risulta indagato in concorso un terzo uomo, sempre di origine tunisina.

Liberata dalla polizia e portata in ospedale – Secondo la ricostruzione dei quotidiani locali, la giovane in passato aveva conosciuto uno dei suoi aguzzini e poche ore prima del sequestro lo aveva incontrato nella zona della stazione, come testimonia un filmato delle telecamere di sicurezza. La polizia ha iniziato a cercare la trentenne dopo la denuncia presentata dal padre, preoccupato perché non aveva sue notizie da giorni. Arrivati a casa della donna ad Asti, gli agenti hanno trovato la porta sfondata. La svolta è arrivata quando la stessa vittima è riuscita a inviare il messaggio alla sua amica: gli agenti hanno individuato la posizione esatta in cui si trovava ed è scattata l’irruzione nello scantinato, dove c'erano anche i tunisini arrestati. Salvata dagli agenti, la donna è stata accompagnata al pronto soccorso e sottoposta agli accertamenti clinici necessari.

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