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Sequestrata la spiaggia “fascista” di Punta Canna, ipotesi abusi edilizio

Nuovi guai per lo stabilimento balneare già finito al centro dell’inchiesta della magistratura veneziana per apologia del fascismo. Dopo l’archiviazione di quella vicenda, oggi spuntano accuse di presunti abusi edilizi che hanno fatto scattare i sigilli all’edificio che ospita il bar del lido.
A cura di Antonio Palma
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Nuovi guai per lo stabilimento balneare di Punta Canna a Sottomarina, nel Veneziano, già finito al centro di un’inchiesta della magistratura veneta lo scorso anno per apologia del fascismo perché tappezzato di cartelloni e foto inneggianti al ventennio mussoliniano. Dopo aver visto la completa archiviazione della vicenda, infatti, io gestori del lido, che nel frattempo sono cambiati, si sono ritrovati a fare i conti con la giustizia amministrativa. Un grattacapo non da poco perché arrivato proprio alla vigilia della stagione balneare. Come racconta il Corriere del Veneto questa volta si tratta di una questione di permessi e costruzioni abusive.

Secondo gli inquirenti, infatti, parte dello stabilimento balneare sarebbe abusivo. In particolare nel mirino i carabinieri della forestale di Mestre è finito l'edificio che ospita il bar del lido per i quale martedì è scattato il sequestro. Per gli inquirenti Il chiosco, comprensivo di magazzino, servizi igienici e di altri manufatti, recinzioni e camminamenti funzionali ad uno stabilimento balneare, impedivano ai bagnanti di usufruire dell’area e per questo sono scattati i sigilli. Al vaglio della magistratura anche l’ipotesi di distruzione o deturpamento di bellezze naturali perché che la zona interessata è sottoposta a vincolo paesaggistico-ambientale. Tre persone, tutte legali rappresentanti della società, sono state denunciate

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