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Senigallia: punto da un calabrone, rischia di morire. “Sono salvo per miracolo”

L’incidente è avvenuto in una azienda agricola di Scapezzano, in provincia di Ancona. L’imprenditore Doriano Conti stava raccogliendo l’uva per la vendemmia quando si è sentito pungere. Inizialmente pensava non fosse niente di grave, ma dopo pochi minuti ha capito che la situazione era grave…
A cura di Biagio Chiariello
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Ha rischiato di morire per la puntura di un calabroneDoriano Conti, imprenditore agricolo di Scapezzano, frazione di Senigallia (Ancona) in questo periodo dell’anno è impegnato con la vendemmia nella sua azienda dove lavora insieme alla moglie Mirta Manizza. Essendo già stato unto più volte da imenotteri senza conseguenze, l’uomo non avrebbe dato troppo rilievo a quella puntura inizialmente. “Stavo raccogliendo l’uva – racconta al Corriere Adriatico direttamente dal letto di ospedale dove è ricoverato– e poco distante c’era un calabrone dentro una pera matura. Nello spostarmi devo inavvertitamente aver colpito la pera. L’ho visto uscire in fretta. Ho sentito che mi ronzava intorno poi mi ha punto sulla testa”.

Ma sono bastati pochi minuti per fargli capire che la situazione era grave. Nervi del collo indolenziti e conseguente gonfiore, difficoltà respiratorie e rossore diffuso: i sintomi di uno choc anafilattico. Intuendo la gravità della situazione ha subito chiesto  al figlio che si trovava con lui di portarlo al Pronto soccorso. In una pochi minuti, sono arrivati al reparto di emergenza dove il signor Conti è stato subito preso in carico. Rosso il codice assegnato. Il paziente è stato subito sottoposto a tre punture di adrenalina ed è stato trasferito nel reparto di Rianimazione. “Mi sono reso conto che potevo morire – ricorda – ascoltando i discorsi dei dottori tutti molti preoccupati. Hanno chiamato anche il cardiologo e il medico della rianimazione. Mentre tutti parlavano ho sentito che dicevano di non essere certi che ce l’avrei fatta. In quel momento ho davvero avuto paura di morire” ammette Doriano. Fortunatamente le cose sono andate bene e nella giornata di ieri, 19 settembre, è stato trasferito nel reparto di Medicina dove si trova ancora ricoverato.

Il calabrone, detto anche cravunaro rosso o aponale, è il più grosso Vespide europeo. Potenzialmente letale per l’uomo, è particolarmente aggressivi quando si trova nei pressi del proprio nido. “Sono oltre 5 milioni gli italiani che ogni anno vengono punti – ha spiegato Federico Reccardini, specialista allergologo presso la Soc Pneumologia e fisiopatologia respiratoria dell’ospedale di Udine al convegno ‘Punti nel vivo’ – ma si stima che l’allergia al veleno di imenotteri possa provocare reazioni locali estese (dal 2,4% al 26%) o reazioni sistemiche più o meno gravi (dall’1% al 8,9%) di tipo respiratorio e cardiocircolatorio che si possono complicare fino alla morte: circa 10-20 i decessi all’anno accertati in Italia”.

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