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Opinioni

Se vi hanno detto che il partigiano Silvano Sarti è morto questa notte non gli credete

A te, che sei nato con Berlusconi in tv, voglio raccontare chi sono stati i partigiani. A te, che oggi ti ritrovi Salvini al governo e Renzi all’opposizione, voglio dire che non è sempre andata così, che c’è stato un tempo di ideali e di partigiani. A te, che non hai mai conosciuto Silvano Sarti, voglio raccontare chi era l’uomo che entrò a Firenze con la Brigata Sinigaglia prima degli americani.
A cura di Saverio Tommasi
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Silvano Sarti, partigiano Pillo. Foto di Leonardo Sgatti.
Silvano Sarti, partigiano Pillo. Foto di Leonardo Sgatti.

Care ragazze, cari ragazzi,
ho voglia di raccontarvi una storia tutta vera. Questa notte è morto Silvano Sarti, un partigiano alto e con il cuore più grande della norma. Non un eroe. Uno con delle rughe sulla faccia che sembrava un campo arato, uno che quando iniziava a parlare non la finiva più, uno che quando ha iniziato a liberare Firenze dal nazi fascismo non ha smesso fino a che non c'è riuscito.
Silvano Sarti lavorava in fabbrica e ha cambiato la Storia, e se io oggi posso scrivere su un giornale libero, e voi potete leggerlo, è perché ci sono state persone come lui. Non come i fascisti che i giornali li chiudevano, ma come i partigiani che per la libertà di tutti barattarono la propria.
Care ragazze, cari ragazzi,
se c'è un Dio, e io penso che ci sia, questa notte ha accolto il partigiano Pillo con il pugno alzato all'ingresso del Paradiso. Lo stesso pugno chiuso di Tommie Smith ed Enrico Berlinguer, Nelson Mandela e il partigiano Silvano Sarti, nome di battaglia Pillo.

Cari ragazzi, care ragazze,
vi racconto precisamente come è andata.
Dio, questa notte, ha svegliato tutta la Brigata Sinigaglia, l'ha messa in piedi e hanno accolto Pillo sulle porte del Paradiso dandogli del "tu", perché fra compagni si usa così, anche quando non ci si vede da tanto tempo.
Perché chi sfida le convenzioni, le sedute comode, chi rifugge i cuscini vellutati e spezza il pane, può solo salutare a pugno chiuso.
Il pugno chiuso, alzato, è una sfida alle mani in tasca. Sono le dita fragili che unite, possono creare qualcosa di importante.

Cari ragazzi, care ragazze,
voglio dirvi che vi stanno rapinando i simboli perché non vogliono che conosciate la Storia. Ve ne lasciano giusto qualche riga sui libri e poi vi distraggono. Perché se non conosci la Storia non puoi sapere che quello che di marcio c'è stato potrebbe ripetersi.
Perché se non conosci la Storia è più difficile che tu colleghi i porti chiusi ai profughi ebrei che cercavano rifugio in altre nazioni durante il nazismo e il fascismo, e venivano respinti.
Perché il popolo che non conosce più facilmente si può manovrare, banalmente confonde gli scafisti con le ONG, il male con il bene, più facilmente lo si può indurre a prendersela con il disperato accanto invece che con il responsabile in alto.

Cari ragazzi, care ragazze,
a voi, che non avete mai conosciuto Silvano Sarti, oggi voglio raccontare chi sono stati i partigiani.
A te, che oggi vedi Salvini in tv, vedi Renzi in tv, vedi Di Maio al TG, voglio dire che non è sempre andata così. Un tempo i partigiani liberarono l'Italia dalla dittatura, permettendo alle sorelle, alle mogli, a tutte le donne di votare. E c'erano anche tante partigiane, fra i partigiani. Donne come Teresa Mattei, oppure Didala e Laila, che a me da vecchie insegnarono alcune delle più belle declinazioni del verbo "amare", e per questo ho scelto di dare i loro nomi a mia figlia Margherita.

Care ragazze, cari ragazzi,
volete sapere chi sono stati i partigiani? Sappiate intanto questo: i partigiani resero illegali la tortura, la guerra, resero obbligatorie le elezioni e scrissero la Costituzione più bella del mondo.

Un tempo abbiamo avuto anche un partigiano come Presidente della Repubblica, si chiamava Sandro Pertini, fu eletto l'anno prima che nascessi e restò in carica fino al compimento dei miei sei anni.

Un tempo, quando dicevi partigiano, c'era rispetto. Dire partigiano era riconoscere una morale, una storia, dei valori comuni.
I partigiani sognavano in grande e negli occhi avevano un binocolo particolare che permetteva loro di vedere oltre se stessi.

Care ragazze, cari ragazzi,
fra il Duomo di Firenze, il Colosseo e Piazza del Plebiscito, oggi dovremmo fare un monumento a chi durante la Seconda guerra mondiale scelse la strada giusta, chiamata Resistenza.
Care ragazze, cari ragazzi,
il monumento più bello, ci ho pensato, sarebbe un monumento vivo. Un monumento che non si visita. Un monumento che dia speranza. Un monumento con le gambe, un cervello e delle idee, ci siamo già capiti: il migliore monumento per onorare Silvano Sarti e tutti i partigiani, siete voi, cari ragazzi e care ragazze, con le vostre idee e le vostre speranze. Le vostre fragilità, anche, così umane.
Nessuna messa, nessun discorso di nessun politico, potrà far piacere a Silvano Sarti come un vostro gesto gentile verso chi sta sotto. Silvano diceva sempre: "Bisogna parlare per dare voce a chi non ce l'ha". Non voglio aggiungere altro, cari ragazzi e care ragazze, voi mi avete già capito. Pensate a chi oggi non ha voce e camminate al suo fianco. Non è da buonisti, è da partigiani.

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Sono giornalista e video reporter. Realizzo reportage e documentari in forma breve, in Italia e all'estero. Scrivo libri, quando capita. Il più recente è "Siate ribelli. Praticate gentilezza". Ho sposato Fanpage.it, ed è un matrimonio felice. Racconto storie di umanità varia, mi piace incrociare le fragilità umane, senza pietismo e ribaltando il tavolo degli stereotipi. Per farlo uso le parole e le immagini. Mi nutro di video e respiro. Tutti i miei video li trovate sul canale Youmedia personale.
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