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Se Steve Jobs fosse nato a Napoli? Dal boom sul web alla libreria, intervista ad Antonio Menna

Un racconto ironico sulla vita di Stefano Lavori, l’alter-ego napoletano di Steve Jobs – il genio fondatore della Apple – e delle sue traversie per realizzare un progetto a Napoli: “Siete affamati, siate folli” nel capoluogo partenopeo non funziona altrettanto bene.
A cura di Alessio Viscardi
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Se Steve Jobs fosse nato a Napoli? Se lo è chiesto Antonio Menna in un post sul suo blog qualche ora dopo la morte del genio di Apple. Il divertentissimo testo era diventato un vero cult in rete: oltre 400 mila condivisioni in pochi giorni. Si leggevano le vicissitudini di due improbabili geni dell'informatica nati ai Quartieri Spagnoli alle prese con finanzieri, camorristi e burocrazia. Amara la conclusione: "puoi essere affamato e folle, ma se nasci a Napoli rimani così".

Antonio Menna presenta Se Steve Jobs fosse nato a Napoli

Dal post è nato un libro, fanpage.it ha raggiunto l'autore: "Se Steve Jobs fosse nato a Napoli avebbe avuto una vita molto complicata. Avebbe dovuto percorrere una via crucis -che noi tutti conosciamo in questa città- fatta di difficoltà per accedere al credito,  la corruzione dei pubblici uffici e la camorra".

Secondo Antonio Menna, la sua analisi satirica ritrae le cause per cui molti talenti migliori di questa terra – e dell'Italia in generale – fuggono dal paese:  "Non è un messaggio disperato, ma faccio notare i problemi che ci sono a Napoli e in Italia". Una nota sull'uscita del vice-ministro Martone "chi si laurea a 28 anni è uno sfigato" facciamo notare che Steve Jobs non ha mai preso una laurea: "In realtà, dovremmo chiederci cosa fa l'università italiana per motivare gli studenti e quali prospettive si aprono per i laureati" ci dice Menna.

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