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Scuola, rapporto Invalsi: “Al Sud risultati peggiori e sistema meno equo, forti differenze col Nord”

Il rapporto prove Invalsi 2018 evidenzia come rimanga forte il divario tra le varie aree del Paese. Gli studenti del Nord Ovest e del Nord Est fanno registrare risultati migliori in matematica, italiano e inglese. Resta nettamente indietro il Sud, con risultati peggiori e un sistema definito meno equo.
A cura di Stefano Rizzuti
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Le differenze tra Nord e Sud rimangono marcate anche nel mondo della scuola e il sistema scolastico dell’Italia meridionale e insulare “non solo appare meno efficace in termini di risultati conseguiti rispetto all'Italia centrale e soprattutto settentrionale, ma anche meno equo”. Il rapporto prove Invalsi 2018 – presentato questa mattina al ministero dell’Istruzione – evidenzia un quadro in cui le differenze tra le due parti del Paese sono nette. “La variabilità dei risultati tra scuole e tra classi nel primo ciclo d'istruzione è consistente e in ogni caso più alta che al Nord e al Centro, così come sono più alte le percentuali di alunni con status socio-economico basso che non raggiungono livelli adeguati nelle prove. In particolare, sono preoccupanti gli esiti di alcune regioni: Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna”, si legge nel report.

A migliorare maggiormente i risultati da un grado scolastico all’altro è soprattutto il Nord Est del Paese, tanto da riuscire a contrastare il Nord Ovest su alcuni punti, come la matematica, nelle scuole secondarie di secondo grado. Inoltre, questa stessa area del Paese è quella in cui il sistema scolastico sembra più equo, oltre che più efficace. La variabilità tra scuole e tra classi nel primo ciclo d’istruzione è più ridotta, così come è più basso il tasso degli alunni con status socio-economico minore che non raggiungono il livello 3 in italiano e in matematica.

L’Italia spaccata in tre

I dati riguardanti le prove Invalsi mostrano un’Italia spaccata in tre per i livelli di apprendimento in italiano, matematica e inglese. Le prove su queste tre materie hanno riguardato 29.337 classi di seconda primaria per un totale di 551.108 alunni; 29.520 classi di quinta primaria per un totale di 562.635 alunni; 29.032 classi di terza secondaria di primo grado per un totale di 574.506 alunni; 26.361 classi di seconda secondaria di secondo grado per un totale di 543.296 alunni. “Nel corso dell'itinerario scolastico, dalla seconda classe della scuola primaria alla seconda secondaria di secondo grado – si legge nel documento – i risultati nelle prove di italiano e matematica delle macro-aree si allontanano progressivamente”.

Nella scuola primaria le differenze “sono piccole e non significative statisticamente”. In terza secondaria di primo grado, invece, i risultati “tendono a divergere significativamente tra loro, tendenza che si consolida ulteriormente nella scuola secondaria di secondo grado”, con il Nord che “ottiene risultati superiori sia alla media italiana che alla media Ocse”. “Il centro ha un risultato in linea con la media dell'Italia, più bassa della media Ocse, e il Sud e le Isole hanno risultati inferiori sia alla media italiana che alla media Ocse”, evidenzia ancora il documento presentato oggi.

Le differenze non riguardano solo la matematica e l’italiano, ma anche i “punteggi numerici delle prove d’inglese” così come anche la “distribuzione degli studenti tra i livelli di conoscenza della lingua”. “Nel grado 5, nella prova di ascolto, la percentuale di alunni che non raggiunge il livello previsto (A1) dalle indicazioni nazionali per il primo ciclo d'istruzione in quinta primaria è del 30% circa nelle due macro-aree meridionali e insulari, mentre è al di sotto del 20% nelle due aree settentrionali e nel centro-Italia; nella prova di lettura le percentuali sono rispettivamente del 10% e del 5% circa. Nel grado 8 le differenze tra le macro-aree si ampliano: la percentuale di alunni che non raggiunge il livello previsto (A2) dalle indicazioni nazionali nella prova di ascolto è del 67% nel Sud e Isole, del 62% nel Sud, del 38% nel Centro, del 30% nel Nord Ovest e del 27% nel Nord Est; nella prova di lettura le cose vanno meglio, ma le distanze tra le varie zone d'Italia restano marcate: non arriva al livello A2 il 41% degli alunni nel Sud e Isole, il 38% nel Sud, il 21% nel Centro, il 18% nel Nord Ovest e il 16% nel Nord Est”.

Il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, spiega come il rapporto fornisca “un quadro chiaro: abbiamo ancora differenze territoriali significative”. Secondo il ministro serve quindi “un piano di interventi mirati” per porre rimedio alle divergenze tra le varie aree del Paese messe in mostra dal rapporto.

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