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Scuola, la proposta contro bullismo e anoressia: “Assumere psicologi in pianta stabile”

Il lavoro dello psicologo in classe non è solo intervenire nell’emergenza o gestire sportelli d’ascolto, ma prevenire il disagio e costruire il benessere di allievi, docenti e famiglie. Purtroppo in Italia sono pochi gli Istituti che ne prevedono la figura in pianta stabile.
A cura di Redazione Cultura
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Aumento di problemi dovuti a bullismo, disturbi alimentari e delusioni d'amore. Arriva da Palermo, dall'Istituto Gonzaga dove ne sono presenti in pianta stabile ben due, la proposta di portare gli psicologi a scuola. “Perché – spiega Giuseppe Mannino, coordinatore del programma di psicologia dell’istituto Gonzaga – il lavoro dello psicologo in classe non è solo intervenire nell’emergenza o gestire sportelli d’ascolto, ma prevenire il disagio psicologico, anzi costruire il benessere di allievi, docenti e famiglie”. Potrebbe sostenere gli allievi, studiando con loro le migliori strategie per approfondire certe materie, intervenendo sull’organizzazione didattica e perfino ripensando gli spazi e gli arredi scolastici.

A Palermo solo due scuole prevedono la figura dello psicologo, l’istituto dei gesuiti Gonzaga, come già detto, e il liceo classico Umberto I. Se ne parlerà oggi al convegno dal titolo “Benessere psicologico e successo scolastico. Verso l’eccellenza umana e accademica”, alla presenza di docenti universitari, i presidi degli istituti e i professionisti coinvolti. Non che nel resto d'Italia sia un'usanza così diffusa. Poche, pochissime scuole prevedono lo psicologo nel senso di consulente per la programmazione didattica della direzione dell’istituto, cioè un professionista inserito a pieno titolo nella cabina di regia dell’istituto, non un semplice gestore di un centro d'ascolto per il disagio psicologico.

Il problema è non ridurre la figura dello psicologo a determinate attività progettuali, a termine, ma pensare a una riforma di ampio raggio che preveda l'inserimento stabile di queste figure, ormai imprescindibili data la vastità delle problematiche di cui si è arricchita l'età dell'infanzia e dell'adolescenza con la diffusione dei new media e dei social network. Superare uno shock, una delusione d'amore, prevenire disturbi alimentari, atti di bullismo.

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