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Scuola, dal 1995 l’Italia ha perso 3,5 milioni di studenti: “Una catastrofe culturale”

Il rapporto di Tuttoscuola rivela che dal 1995 ad oggi la scuola italiana ha perso tre milioni e mezzo di studenti per strada. In pratica, uno studente ogni quattro non arriva al diploma. Ma non è tutto: il costo di questo immenso fallimento generazionale grava sulle finanze pubbliche e sfiora i 56 miliardi di euro.
A cura di Redazione Cultura
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Il rapporto di Tuttoscuola non lascia adito a interpretazioni: in 23 anni, dal 1995 ad oggi, la scuola italiana ha perso tre milioni e mezzo di studenti. Inghiottiti in un buco nero che gli ha impedito di arrivare al diploma. In pratica, uno ogni quattro studenti italiani. E come sempre al Sud la questione diventa ancora più drammatica, qui il rapporto è uno su tre. In totale, il 30,6 per cento degli iscritti al primo anno non raggiunge il traguardo del diploma.

Tre milioni e mezzo è una cifra che fa rabbrividire. Il rapporto di Tuttoscuola, che il settimanale L'Espresso ha pubblicato in anteprima, segnala anche alcuni aspetti positivi. Il tasso di abbandono scolastico, per esempio, è diminuito. Nel 2018, infatti, hanno abbandonato la scuola 151mila ragazzi, il 24,7 per cento del totale, contro il 36,7 del duemila. Ovviamente sul lungo termine, il risultato dei 3,5 milioni di ragazzi persi non viene minimamente scalfito dal miglioramento di quest'anno. Che tuttavia c'è. Giovanni Vinciguerra, direttore di Tuttoscuola, introducendo il dossier “La scuola colabrodo” ha parlato non a caso di "Immane, ennesima catastrofe culturale, economica e sociale."

Invertire la tendenza non è facile, ma possibile. Innanzitutto, per una mera questione economica. Nel suo rapporto Tuttoscuola ha fatto i conti e ha scoperto che questo spreco generazionale ci costa cinque miliardi e 520 milioni, solo se prendiamo in esame i cicli scolastici 2009-2014 e 2014-2018. Se invece prendessimo in esame i ventitré anni presi in considerazione dal dossier "La scuola colabrodo", la cifra diventa pazzesca, sfiorando i 56 miliardi di euro. Che rappresentano non solo una spesa mostruosa, ma anche il segno di un vero e proprio fallimento di un'intera generazione. Che cammina sulle macerie di un presente che non è la solida base per nessun futuro.

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