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Scuola, al via il nuovo contratto: arrivano gli arretrati e gli aumenti di 80 euro

La Corte dei Conti ha sbloccato il contratto per il comparto dell’Istruzione e della ricerca. I sindacati della scuola sono stati convocati all’Aran per la sottoscrizione definitiva del contratto il 19 aprile.
A cura di Annalisa Cangemi
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Arriva l'ok dalla Corte dei Conti per il contratto della scuola, confermando gli aumenti previsti di 80 euro. Il rinnovo riguarda il comparto del settore Istruzione e Università, cioè Scuola, Università, Alta formazione artistica, musicale e coreutica (Afam), Ricerca, dopo la pre-intesa firmata il 9 febbraio.

La certificazione della Corte riguarda l'attendibilità dei costi quantificati per il rinnovo del contratto e la compatibilità con le risorse disponibili. A breve seguirà la firma definitiva del nuovo contratto collettivo nazionale da parte dell'Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni (Aran) e le Organizzazioni sindacali: per circa 1,2 milioni di dipendenti entreranno così in vigore le novità previste dal nuovo contratto. Alle 10:30 di giovedì 19 aprile i sindacati della scuola saranno convocati all'Aran.

Per gli stipendi più bassi verrà introdotto un meccanismo perequativo che riguarda il periodo marzo-dicembre 2018 e che cesserà quindi di essere erogato a partire da gennaio 2019.

Per il personale Ata è previsto invece un ritocco dell’importo del "compenso individuale accessorio"; per gli Ata delle scuol l'incremento previsto è di 84,5 euro, per quelli dell'università è di 82 euro, per ricercatori e tecnologi di 125 euro, per l'area amministrativa della ricerca è di 92 euro, Per l'Asi di 118 euro. Per gli insegnanti c’è un leggero aumento della cosiddetta "retribuzione professionale docente". Verranno pagati anche gli arretrati, in media 450 euro. L'incremento di stipendio complessivo medio per i docenti delle scuole è di 96 euro al mese, e di 105 euro al mese per i docenti dell'Afam.

"Siamo molto soddisfatti per il traguardo raggiunto – commenta la ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli che ci consente di dare il giusto riconoscimento professionale ed economico, dopo oltre 8 anni di attesa, a tutti coloro che lavorano con passione e serietà nel comparto della conoscenza".

"Il contratto che abbiamo siglato il 9 febbraio scorso – prosegue la ministra – è il frutto di un serrato confronto: se abbiamo raggiunto questa importante intesa è grazie al senso di responsabilità delle Organizzazioni sindacali, dell'Aran, della Funzione pubblica, che hanno operato per raggiungere questo risultato, che rappresenta non un punto di arrivo, ma di partenza. L'entrata in vigore di questo contratto ci consente di avviare un percorso significativo di valorizzazione delle professionalità che lavorano nei nostri settori, di offrire migliori condizioni alle dipendenti e ai dipendenti, di continuare a mettere al centro anche le nostre ragazze e i nostri ragazzi, fine ultimo di ogni nostra azione, con regole certe per la continuità didattica. Con il rinnovo abbiamo mantenuto un impegno preciso. Abbiamo segnato una pagina importante. Abbiamo lavorato nel solco dell'intesa siglata il 30 novembre del 2016, andando oltre, convinti come siamo che valorizzare chi opera nei settori della conoscenza significhi impegnarsi per garantire un futuro di qualità alle nostre giovani e ai nostri giovani", conclude.

Soddisfatta anche Maddalena Gissim segretaria generale Cisl scuola: "Con il via libera della Corte dei Conti, dopo che sul testo sottoscritto il 9 febbraio era stato dato l'ok da parte del Consiglio dei Ministri, arriva finalmente al traguardo il nuovo contratto, per la cui firma definitiva i sindacati saranno a breve convocati all'Aran".

"Aver firmato il contratto – aggiunge Maddalena Gissi – si conferma la scelta giusta, un concreto punto fermo in una situazione di grande incertezza politica. Chiunque abbia un minimo di buon senso lo capisce, anzi lo ha capito da subito, con buona pace dei tanti demagoghi in servizio permanente effettivo capaci solo di diffondere strumentali allarmismi. Questo contratto non ha tolto nessuna tutela, ne ha rafforzato qualcuna, ha ridato spazio alla contrattazione, a tutti i livelli. In questi giorni si vota per rinnovare le Rsu, grazie al contratto abbiamo dato più senso e più valore a questo grande evento di partecipazione e democrazia".

"Il testo firmato a febbraio diventa pienamente efficace. Una buona notizia nel primo giorno di elezioni Rsu. Ora gli aumenti nelle tasche delle persone", commenta Pino Turi della Uil Scuola, secondo il quale sono "inaccettabili i tempi di attesa (70 giorni) per arrivare alla conclusione dell'iter di approvazione. La vera riforma di struttura dovrebbe essere la riduzione dei tempi della burocrazia, non più vicini a tempi società reale". 

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