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Scrive “Chapeau Traini” su Facebook: indagato per apologia di strage

Un uomo di Macerata ha così commentato la condanna di Luca Traini a 12 anni di carcere: “Dodici anni per non aver una buona mira…. un po’ troppi… il tuo gesto ha portato a galla molte problematiche e ci ha reso compatti a raggiungere un obiettivo comune. Ripulire Macerata e dintorni. Chapeau Traini”.
A cura di Davide Falcioni
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"Dodici anni per non aver una buona mira…. un po’ troppi… il tuo gesto ha portato a galla molte problematiche e ci ha reso compatti a raggiungere un obiettivo comune. Ripulire Macerata e dintorni. Chapeau Traini". E' il post scritto su Facebook da un uomo della provincia di Macerata commentando la condanna a Luca Traini a 12 anni di carcere per strage. La parola "chapeau", ma soprattutto tutto quello che ha scritto prima, è costata però all'impavido (e imprudente) fan di Traini la denuncia per apologia di reato.

La procura di Macerata ha infatti aperto un fascicolo di indagine a carico dell’uomo contestandogli non solo l'apologia del reato di strage, ma anche l'aggravante dall’uso di strumenti informatici o telematici. Il commento era apparso sul web sotto un articolo che riportava la condanna di Luca Traini a 12 anni di reclusione per il reato di strage aggravata dall’odio raziale a cui andavano ad aggiungersi altri reati minori.

Il 3 ottobre Luca Traini è stato condannato a dodici anni di carcere per tentata strage, con l'aggravante dell'odio razziale, e porto abusivo d'arma. Il maceratese ha compiuto un raid a colpi di pistola contro dei migranti il 3 febbraio scorso. Oltre alla pena, l'imputato dovrà scontare poi anche tre mesi di libertà vigilata e dovrà risarcire le parti civili con somme da quantificare in sede civile. Il processo ha stabilito anche che nel giorno dell'attentato Luca Traini era capace di intendere e volere, pur alle prese con “tratti disarmonici” della personalità.

Traini, già candidato con la Lega di Salvini e vicino ad altri movimenti di estrema destra, prima della sentenza ha letto cinque fogli di dichiarazione spontanea in cui si è scusato per quanto provocato a Macerata. “In carcere ho capito che il colore della pelle non c'entra; un poco di buono può essere sia bianco sia nero”.

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