20 CONDIVISIONI

Scrittore perde il portafogli: coppia di immigrati attraversa la Sardegna per restituirglielo

Una coppia di nordafricani ha restituito il giubbotto e il portafogli allo scrittore Fabio Geda.
A cura di D. F.
20 CONDIVISIONI
Immagine

Un viaggio di quasi 300 chilometri solo per riconsegnare un giubbotto con all'interno il portafogli, entrambi smarriti pochi giorni prima da Fabio Geda, scrittore torinese de "Nel mare ci sono i coccodrilli". L'autore se li è visti recapitare da un uomo e una donna, entrambi nordafricani, in una scuola media di Valledoria, estremo nord della Sardegna: "Ti abbiamo cercato. Questi sono tuoi", hanno detto i due prima di andarsene senza pretendere nulla in cambio. Per consegnare il giubbotto allo scrittore la coppia viaggiato per 278 chilometri, oltre tre ore dal sud al nord dell'isola.

Un bel gesto di generosità che è stato proprio lo scrittore a raccontare sul suo profilo di facebook: "Trovo finalmente il tempo di raccontare una cosa successa in Sardegna qualche settimana fa – scrive Geda – sto andando a Cagliari, al Festival Tuttestorie della Letteratura per ragazzi. Mi imbarco a Torino per Fiumicino. A Fiumicino raggiungo il gate B4, dove parte l'aereo per Cagliari. Arriva l'ora dell'imbarco. In tasca ho ancora la carta d'identità mostrata a Caselle e il biglietto è salvato nel wallet dell'iPhone per cui, come niente fosse, acchiappo la borsa e in un attimo sono sull'aereo. Mentre decolliamo mi chiedo: Dove ho messo le cuffiette dell'iPhone? Mi rispondo: Nella tasca del giubbotto. Mi chiedo: Dove ho messo il giubbotto?".

Solo una volta arrivato sull'aereo si accorge di aver dimenticato il giubbotto in aeroporto. Ma è troppo tardi "In quell'istante lo so. Ho fatto la cazzata. Ho lasciato il giubbotto sulla sedia, al gate B4. In tasca, oltre alle cuffiette, il portafoglio con patente, bancomat, contanti. Appena arriviamo in quota, appena posso slacciare la cintura di sicurezza, vado dalla hostess. Senta, dico, sono un idiota, ho lasciato giubbotto e portafoglio al gate da cui siamo appena partiti. Può per favore avvisare qualcuno in aeroporto che lo prenda e lo conservi? Tra cinque giorni ripasso da Fiumicino e lo recupero. Risposta: No, non è possibile. Io: Perché non è possibile? Lei: Perché non fa parte delle procedure. Deve rivolgersi al lost and found di Cagliari quando atterriamo". Poco dopo l'aereo atterra: "Vado al lost and found, spiego la situazione e loro mi dicono che devo chiamare il lost and found di Fiumicino. Mi danno il numero. Salve, mi chiamo così e così ed è successo questo e questo, potete mandare qualcuno a recuperare giubbotto e portafoglio al gate B4? Risposta: No, non è possibile. Io: Perché non è possibile? Loro: Perché non fa parte delle procedure".

Il racconto di Geda riprende: "Io: E quali sono le procedure? Loro: Qualcuno deve avvisare la sicurezza che c'è un oggetto abbandonato. Io: Occhei, potete avvisare voi la sicurezza che il giubbotto è abbandonato su una sedia al gate B4 o posso io telefonare alla sicurezza per dire che il mio giubbotto è abbandonato su una sedia al gate B4? Loro: No, non è possibile. Io: Perché non è possibile? Loro: Perché chi avvisa la sicurezza che c'è un oggetto abbandonato dev'essere presente sul luogo e permettere alla sicurezza di registrare le sue generalità.
Scusi. E quindi? Loro: Quindi lei non può fare altro che continuare a telefonarci per sapere se qualcuno ha consegnato alla sicurezza il suo giubbotto".

Lo scrittore teme che non rivedrà più il suo giubbotto e si rassegna. Non sa che però una coppia di nordafricani l'ha recuperato, l'ha contattato su facebook e dopo averlo cercato si è messo in macchina per raggiungerlo  a Valledoria, comune all'estremo nord della Sardegna, e lì restituirgli il tutto: "Davanti a me c'è una donna chiaramente nordafricana. In una mano ha il mio giubbotto. Nell'altra il mio portafoglio. Mi dice: Ti ho cercato. Questi sono tuoi. Io non credo ai miei occhi. Non capisco. Cosa ci fanno il mio giubbotto e il mio portafoglio abbandonati a Fiumicino, a Valledoria, tra le mani di una donna nordafricana? Balbetto: Grazie. Ma. Com'è che li hai tu? Chi sei? Lei con un accento marcato ripete: Ti ho cercato su Facebook. Te li ho portati. Io prendo il giubbotto, prendo il portafoglio, lo apro. Lei dice: C'è ancora tutto.  Sono stordito. Mi sporgo e abbraccio la donna. Lei ricambia. Dico: Ma grazie. Ma spiegami. Lei parla di un volo da Fiumicino, stesso pomeriggio, stesso gate. Mi ha cercato su Facebook. (Intorno i ragazzini che ridono e parlano e chiedono)".

20 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views