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Scoperta prima opera di Leonardo Da Vinci: un rebus di numeri svela l’autoritratto su una maiolica

Una piccola maiolica con l’arcangelo Gabriele che in realtà nasconderebbe l’autoritratto di Leonardo Da Vinci diciannovenne appena uscito dalla bottega del Verrocchio. Dopo tre anni di ricerche, la scoperta è avvenuta grazie alla decodifica di un rebus di numeri inseriti dallo stesso Leonardo a firma della sua opera.
A cura di Redazione Cultura
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Una piccola maiolica di venti centimetri quadrati dal titolo "L'arcangelo Gabriele, pittura d'Eterna vernice". Che in realtà nasconderebbe l'autoritratto di un giovanissimo Leonardo Da Vinci, appena diciannovenne, e fresco di "diploma" alla bottega del Verrocchio e degli anni vissuti nella fornace del nonno a Bacchereto. Ecco la scoperta che, se confermata, porterebbe l'opera ad avere un valore inestimabile. Col volto di tre quarti, i riccioli d'acqua che scendono sulla nuca come da una fontana e ali di pavone che si intravedono dal basso, così si mostra l'aracangelo-autoritratto di Leonardo. Oltre ai numeri a rebus sotto la mandibola che interpretato nasconderebbe la firma di Leonardo, sostengono lo studioso Ernesto Solari e la consulente grafologa Ivana Rosa Bonfantino, già professore di grafologia comparata all'Università Lumsa di Roma.

Sono stati necessari ben tre anni di ricerche e l'analisi di oltre seimila documenti per arrivare a questa conclusione. Tra termoluminescenza, stratigrafie dei pigmenti e analisi riflettologiche, l'opera databile 1471 e sul finir di secolo sarebbe stata regalata ai Fenicia di Ravello da Giovanna d'Aragona, riemergendo solo molti secoli dopo in un lascito testamentario dell'Ottocento. Gli studi, in questi anni, hanno rivelato che nella cottura si è persa parte della palpebra e che l'argilla, povera di quarzo, arriva da Bacchereto-Montelupo. Ma è soprattutto l'emersione della firma "da Vinci lionardo", vergata da sinistra a destra, mimetizzata nella mandibola con la data, che confermerebbe l'ipotesi della prima opera leonardiana conosciuta.

In più, il rebus di numeri: 52, data di nascita di Leonardo, e 72 che rimanda a Gb-Gabriele. Il che rimanderebbe all'autoritratto dell'autore della Gioconda sul foglio 447 degli Uffizi, che pur "datato '47 può essere stato utilizzato più volte nel tempo". Il retro della maiolica, con 6 tasselli moltiplicati per 6, rimanderebbe alla quadratura del cerchio e al tema della ricerca della perfezione. Sono queste le prove che i due studiosi portano a testimonianza dell'attribuzione leonardesca dell'opera, infatti così conclude lo studioso Ernesto Solari:

Di valore inestimabile si tratta di una rara testimonianza della giovinezza di Leonardo. Di certo lui puntava già all'eternità. Noi oggi apriamo il dibattito, ma ci sentiamo forti perché abbiamo a sostegno tutti gli esami e le dimostrazioni scientifiche, pronti a mostrarle a tutti.

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