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Scontro treni Puglia: l’errore commesso ad Andria per due treni fermi

Vito Piccareta, capostazione di Andria, avrebbe agito in base ad un automatismo generato dal fatto di avere due treni fermi in stazione: ha alzato la paletta e ha fatto partire tutti e due i convogli.
A cura di Antonio Palma
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Il treno fermo ad Andria e diretto verso Corato non doveva partire perché il capostazione Vito Piccarreta era a conoscenza del fatto che da Corato era in arrivo un altro convoglio, che lui stesso stava aspettando in stazione. Piccarreta, quindi, dopo l'arrivo in ritardo di 23 minuti ad Andria del primo treno proveniente da Corato (l'ET 1642), avrebbe agito in base ad un automatismo generato dal fatto di avere due treni fermi in stazione: ha alzato la paletta e ha fatto partire tutti e due i convogli, il primo verso Corato, l'altro verso Barletta. Ciò alle 10.59. Attorno alle 11.07, un minuto circa dopo il disastro, risulta dai tabulati acquisiti dalla polizia, il capostazione di Andria ha chiamato il collega di Corato e lo ha avvertito di aver dato la partenza al treno. A quell'ora nessuno dei due capistazione sapeva che c'era stato il disastro ferroviario.

E' quanto emerge dalle indagini sul disastro ferroviario avvenuto in Puglia martedì scorso. Oggi davanti ai giudici  il capostazione di Andria Vito Piccarreta, uno dei sei indagati per la strage del 12 luglio scorso costata la vita a 23 persone, ha dovuto chiarire la sua posizione. Oggi è stato il giorno dei primi interrogatori nell'inchiesta della Procura di Trani che dovrà accertare fatti e responsabilità per quanto avvenuto sulle Ferrovie del Nord Barese tra Corato e Andria. Al centro dell'audizione, oltre alla ricostruzione della dinamica dell'incidente, c'è proprio la presunta alterazione dei registri di viaggio della stazione di Andria su cui i magistrati intendono far luce.

Un fatto sul quale proprio il capostazione di Andria deve dare una spiegazione. L'anomalia, a quanto sembra molto evidente in quanto corretta palesemente a penna, infatti riguarda il treno ET1021 delle Ferrotramviaria  partito da Andria e diretto verso sud che poi si è scontrato con l'ET1016  proveniente da Corato. Oltre alla correzione a penna l'altra anomalia è che nel cronologico degli orari della stazione di Andria l'ora di partenza è annotata attorno alle 11.05 ma non si trova dopo quelle delle 11 e prima di quelle delle 11.30 ma molto dopo.

In pratica l'orario è collocato temporalmente in maniera anomala perché non rispetta l'ordine cronologico crescente che parte dal mattino e va avanti nel corso della giornata. Per questo il sospetto dei pm è che l'orario sia stato modificato a penna solo dopo lo schianto frontale tra i due treni per coprire un errore. Secondo indiscrezioni, il capostazione starebbe collaborando con gli inquirenti fornendo loro le notizie richieste e, secondo fonti della procura, rivelando fatti "molto interessanti". L'interrogatorio, che è andato avanti per oltre due ore nel mattino, si è interrotto per pranzo per riprendere nel pomeriggio. All'interrogatorio partecipano i tre pm inquirenti e il procuratore di Trani Francesco Giannella.

Secondo il difensore del capostazione, l'avvocato Leonardo De Cesare, l'uomo davanti agli inquirenti ha disconosciuto l'alterazione fatta a penna sul registro di partenza del treno assicurando di non essere stato lui a modificarlo.  "Io non ho scritto questo", avrebbe detto Piccarreta ai pubblici ministeri non appena gli hanno mostrato il registro di viaggio della sua stazione che risulta alterato. Il capostazione inoltre avrebbe affermato di non avere dubbi sul fatto che il treno sia partito da Andria alle 10.59, orario che secondo lui sarebbe quello scritto a penna.

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