Sconfigge due tumori da bambina, poi diventa infermiera nell’ospedale che l’ha curata

Si chiama Montana Brown, è una ragazza di soli 24 anni ma malgrado la sua giovanissima età ha avuto per due volte il tumore, e per entrambe le volte è riuscita a guarire. Oggi Montana, originaria di Atlanta, in Georgia, ha realizzato il suo grande sogno: quello di diventare infermiera specializzata in pediatria oncologica ed entrare a fare parte dello staff  dell’AFLAC Cancer Center di Atlanta. Non è un ospedale come gli altri per lei, dal momento che si tratta del centro sanitario in cui, entrambe le volte in cui ha scoperto di avere il tumore, è stata ricoverata.

La prima volta che le è stata diagnosticata la malattia Montana aveva appena due anni: al padre e alla madre venne comunicato che era affetta da una rara forma di cancro che colpiva il tessuto connettivo. Venne sottoposta a lunghi cicli di chemioterapia per un intero anno, un periodo in cui sua madre e suo padre tentarono di farle trascorrere un’esistenza tranquilla, come quella di tutti i bambini. Riuscì a guarire ma dopo 13 anni il cancro si ripresentò sconvolgendo ancora una volta la vita di Montana e della sua famiglia. "Ero molto attiva, gareggiavo in diverse discipline sportive, facevo parte del gruppo di cheerleading da anni, non mi sentivo nessun sintomo della malattia". Tuttavia il tumore era tornato e Montana ha ricominciato ad entrare e uscire dall’ospedale, settimana dopo settimana.

"Le infermiere erano bravissime – ha raccontato ad ABC News la giovane donna – come lo erano state quando avevo due anni, ricordo i racconti di mia madre. Erano molto attente, l’amore che hanno mostrato a tutti noi è stato davvero fondamentale in quel periodo difficile". Proprio per questo, in quegli anni, Montana decise che avrebbe preso esempio da loro: "Mentre studiavo ripetevo a me stessa che non avrei voluto fare nessun altro lavoro se non l’infermiera nei reparti di pediatria oncologia e così è stato". Montana qualche giorno fa ha scritto un post su Facebook: "Ogni volta che sento “Benvenuti bambini” e guardo il badge appeso alla mia maglietta mi vengono le lacrime agli occhi. Mai avrei pensato che sarei arrivata così lontano, tornare qui dentro come membro dello staff e non più da paziente è meraviglioso e incredibile allo stesso tempo".