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Scimmie, gatti e lupi: la natura e i paesaggi incantati del Barocco in mostra a Genova

Una grande mostra al Palazzo Meridiana di Genova riscopre un artista dimenticato: Sinibaldo Scorza, famoso per i suoi animali e i paesaggi incantati con i quali ha affascinato il Seicento.
A cura di Federica D'Alfonso
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Sinibaldo Scorza, "Orfeo incanta le belve"
Sinibaldo Scorza, "Orfeo incanta le belve"

Non soltanto angeli, figure mitologiche e maestosi personaggi biblici hanno popolato l'arte barocca. Volpi, buoi, agnelli, cani e uccelli erano, nel Seicento, protagonisti ammirati e indiscussi dei salotti e delle corti reali: una pittura particolare, raffinata ma allo stesso tempo nutrita da suggestioni bucoliche, è stata per lungo tempo al centro dell'attenzione dei massimi collezionisti ed esperti d'arte dell'epoca. Il più raffinato maestro di questa pittura? Sinibaldo Scorza. Un nome dimenticato, oggi pressoché sconosciuto, ma che grazie ad una straordinaria mostra torna ad affascinare e far parlare di sé.

Favole e natura all'alba del Barocco” porterà questo importante esponente della pittura del primo Seicento di nuovo a Genova, nella sua città natale, nelle bellissime sale del Palazzo della Meridiana, dal 10 febbraio al 4 giugno 2017. “Favole” e “natura” sono appunto i due elementi che caratterizzano le opere in mostra: Scorza fu forse uno dei più raffinati artisti a porre al centro della propria produzione il mondo mitologico e una conoscenza approfondita del mondo animale e vegetale, tanto da portare la critica ad accostarlo ai grandi maestri Albrecht Dürer e Jan Brügel.

Sinibaldo Scorza, "Orfeo incanta le belve" (particolare)
Sinibaldo Scorza, "Orfeo incanta le belve" (particolare)

La mostra di Genova ospiterà prestiti eccezionali come la “Piazza del Pasquino”, proveniente da Palazzo Venezia a Roma, e “Adamo ed Eva”, dall'Accademia Carrara di Bergamo, insieme a molti altri dipinti appartenenti alle storiche collezioni genovesi di Costa e Zerbone, per un totale di trenta opere.

La suddivisione in cinque sezioni tematiche accompagnerà il pubblico in questo viaggio attraverso il mito e la natura dipinti da Scorza: “ Dal vero al sacro”, “ Favole e miti” e “Paesi incantati” sono i temi centrali attorno ai quali ruota l'esposizione delle opere, affollate di animali fantastici e ricche di paesaggi invernali fiabeschi.

Oltre alle tele, saranno esposte anche una rarissima incisione, venti disegni e miniature, nonché un volume manoscritto con l’albero genealogico della famiglia miniato dal pittore stesso, oltre che un presepe realizzato da Scorza con sagome miniate su carta a tempera e acquerello.

Sinibaldo Scorza, "Paesaggio"
Sinibaldo Scorza, "Paesaggio"

Ma l'esposizione, curata dall'esperta di pittura genovese e fiamminga Anna Orlando, non si propone soltanto di raccontare questa figura affascinante: ai dipinti di Scorza saranno affiancate opere di artisti fiamminghi suoi contemporanei, per gettare una più ampia luce sul contesto di produzione dei suoi capolavori e per approfondire i temi della pittura barocca genovese. Saranno presenti tele di Giovanni Battista Paggi, Jan Roos, Jan Wildens, Anton Maria Vassallo, Antonio Travi e Pieter Mulier detto "il Tempesta".

Favole, natura e paesaggi incantati

I suoi soggetti preferiti gli animali, che Scorza inserisce in modo sublime nelle raffigurazioni mitiche di Circe, Orfeo e Didone, rigorosamente ambientate nelle campagne liguri ritratte dal vero. “Due piccioni e un tordo”, “Un lupo e due colombe”, “La caccia di Didone” e “Erminia fra i pastori” sono solo alcuni dei capolavori che resero Scorza un'autentica celebrità nel Seicento. L'artista genovese fu molto amato da collezionisti come Caterina di Svezia, Giovan Carlo Doria, e Carlo Emanuele I di Savoia. Ma Scorza venne ben presto dimenticato: la mostra vuole essere un'occasione unica, la prima in assoluto, per riscoprire l'immaginario di questo artista visionario.

Sinibaldo Scorza nasce a Voltaggio nel 1589, ma si trasfeisce giovanissimo a Genova per poi approdare alla corte di Carlo Emanuele I, a Torino. Durante gli anni della guerra tra Genova e i Savoia viene mandato in esilio per sospetto tradimento, e si reca così a Massa e a Roma, dove avrà modo di conoscere la grande pittura del Seicento. Muore giovanissimo, a soli 41 anni, a Genova. Una vita breve, ma una produzione artistica degna di nota, quella di Scorza, che la mostra “Favole e natura all'alba del Barocco” intende appunto ripercorrere.

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