28 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Schettino: “E’ stato un mio errore, non posso dire sono stato bravo”

Schettino davanti ai giudici afferma di aver fatto un errore di valutazione nel naufragio della Costa Concordia e che dalle carte nautiche non si evinceva l’esistenza di un secondo scoglio.
A cura di Antonio Palma
28 CONDIVISIONI
Immagine

“E’ stato un mio errore, non posso dire sono stato bravo” sono le parole di Francesco Schettino al gip che lo interroga sull’incidente della Costa concordia e sulla manovra da lui effettuata che ha portato all'impatto con lo scoglio davanti all'Isola del Giglio. Il Comandante della Costa Concordia, che oggi durante il secondo anniversario del naufragio ha voluto far sapere di essere vicino alle vittime della sciagura, ritiene di aver fatto un errore di valutazione, perché se avesse continuato sulla rotta “non sarebbe accaduto nulla”. Schettino dichiara ai giudici di sapere di aver commesso “un’imprudenza”. “Da uomo intelligente, da comandante non posso nascondermi dietro un dito” sottolinea ancora Schettino, aggiungendo “devo essere consapevole, devo assumermi le mie responsabilità, ho fatto un errore di valutazione”.

L'inchino al Giglio – Schettino ricorda che si è avvicinato all’Isola per far contento coloro che la settimana prima gli avevano chiesto il famoso inchino all’Isola del Giglio. “Almeno li facciamo contenti, salutiamo suoniamo e andiamo via”, dice di aver pensato il comandante mentre si avvicinava all’Isola. Schettino inoltre aggiunge che “consultando la carta nautica era sicuro che fino sotto lo scoglio c’era profondità”, ma purtroppo c’era un altro scoglio che il radar non batteva.   Schettino ricorda che dopo l’urto i motori non funzionavano, ma di non aver avvertito passeggeri e personale di quel che stava accadendo e di aver delegato il comandante in seconda di dare l’allarme.

28 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views