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Scarperia, il papà che ha ucciso figlio di un anno a coltellate tenta suicidio in tribunale

Il 34enne, mentre attraversava una delle passerelle del palazzo di giustizia, avrebbe improvvisamente fatto uno scatto per avvicinarsi a una delle spallette per gettarsi ma è stato bloccato prontamente dagli agenti della polizia penitenziaria che lo scortavano e subito ricondotto in carcere senza assistere all’udienza.
A cura di Antonio Palma
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Doveva partecipare alla prima udienza  in tribunale nel processo a suo carico ma alla vista dell'ingresso del palazzo di giustizia avrebbe improvvisante messo in atto un tentativo di suicidio Niccolò Patriarchi, il 34enne arrestato a Scarperia dai carabinieri con l'accusa di aver ucciso il figlio di un anno a coltellate e aver cercato di togliere la vita alla figlia e alla convivente. L'episodio nel pomeriggio di mercoledì, poco dopo le 15, davanti al Tribunale di Firenze dove l'uomo era giunto direttamente dal carcere dove è rinchiuso,  accompagnato dagli agenti della polizia penitenziaria. Son stati proprio gli agenti però a intervenire tempestivamente e ad evitare il peggio.

In pratica, mentre attraversavano una delle passerelle del palazzo di giustizia l'uomo avrebbe fatto uno scatto per avvicinarsi a una delle spallette nel tentativo di lanciarsi di sotto ma è stato bloccato prontamente dagli agenti e subito ricondotto in carcere senza assistere all'udienza. La seduta in tribunale era stata programmata per il conferimento dell'incarico per l'autopsia sul corpicino del piccolo ucciso. L’udienza, iniziata in ritardo, si è svolta comunque regolarmente. L'uomo, che fino ad ora non ha voluto rispondere alle domande dei giudici e ha detto di non ricordare niente dell'accaduto, potrebbe anche perdere la paternità sula figlia rimasta. La procura dei minori di Firenze ha infatti ha chiesto per lui al tribunale la  decadenza della paternità genitoriale

Intanto l'Azienda Sanitaria precisa che per Patriarchi non è mai stato attivato alcun Tso anche se "è stato seguito dal Servizio di salute mentale in due diversi periodi: dall’aprile 2013 al febbraio 2014 e dal dicembre 2017 al maggio 2018″. L'uomo, che manifestava condotte violente ed aggressive, nel febbraio scorso era stato condotto dai carabinieri al pronto soccorso e, in quell’ occasione, fu ricoverato volontariamente nel servizio psichiatrico di diagnosi e cura dell’Ospedale di Borgo San Lorenzo. "Dopo le dimissioni  – spiega l'Asl – Patriarchi era tornato a vivere con i genitori e aveva ripreso il programma di controlli ambulatoriali con visite programmate, proseguite con esito positivo fino a maggio scorso. A giugno, contattato telefonicamente per un nuovo appuntamento, l’uomo aveva riferito ai servizi della Ausl che preferiva rivolgersi ad uno specialista privato".

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