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Scandalo molestie Ue, il presidente Tajani invita le vittime a denunciare: “Tolleranza zero”

Dodici eurodeputati e assistenti ue hanno denunciato di aver subito abusi e molestie sessuali all’interno dei palazzi europei e hanno inviato una lettera al presidente del Parlamento Ue per metterlo al corrente della situazione. Tajani ha replicato invitando chiunque abbia subito molestie e abusi a denunciare tutto e ha sottolineato che applicherà “tolleranza zero” nei confronti dei responsabili.
A cura di Charlotte Matteini
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Sulla scorta del caso Weinstein e della campagna di sensibilizzazione #metoo, anche nell'ambito istituzionale le donne hanno iniziato a denunciare di aver subito molestie ed essere state sottomesse ed abusate dai colleghi. Il caso è scoppiato pochi giorni, quando due ministre svedesi hanno pubblicamente denunciato di essere state molestate e palpeggiate da omologhi europei. I fatti risalgono a qualche anno fa. Nel caso della ministra Wallström era il 2014 quando, nel corso di una cena di lavoro durante un vertice europeo, un collega l'ha palpeggiata sotto il tavolo: "Improvvisamente mi sono accorta che quella persona stava palpeggiando le mie cosce e le mie gambe, era violenza sessuale da un collega europeo al massimo livello politico", ha raccontato.

"Allora ero giovane, partecipai a un vertice europeo. Dopo la riunione, un collega d’alto rango di un altro Paese mi invitò a uscire, ad andare insieme in un locale a bere un drink. Mi aveva detto che le mie idee e posizioni lo interessavano, e che intendeva ascoltarmi per apprendere di più. Allora ero giovane, ambiziosa e forse ingenua, accettai l’invito. Ma poi la situazione prese ben altra piega rispetto a quello che potevo immaginarmi", ha invece raccontato la ministra Asa Regnér in una intervista. "All’improvviso mi accorsi che ci trovavamo in un locale buio, lui cominciò a palpeggiarmi, sentii inorridita le sue mani ovunque, in ogni angolo del mio corpo. Ero inorridita, mi sentii paralizzata dal disgusto e dall’ira. Di colpo mi fu chiaro che quel collega cercava ben altro che uno scambio di idee".

Le rivelazioni delle due ministre hanno sconvolto le istituzioni europee, innescando però anche una forte reazione: alla vigilia del voto del Parlamento Ue sulla risoluzione intitolata "Combattere la violenza sessuale e gli abusi nell'Unione Europea" che mira a sottoporre alla Commissione concrete richieste relative a "misure chiare" per lottare contro gli abusi nei luoghi di lavoro, sul tavolo del presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, è arrivata una lettera contenente accuse pesantissime, missiva inviata da dodici eurodeputati che conta al momento una trentina di sottoscrizioni.

"Anche noi siamo stati vittime o testimoni di abusi, dai commenti e dai comportamenti sessisti a molestie e aggressioni sessuali, da parte di eurodeputati o staff del Parlamento. Non è legale essere molestati in ascensore, nei corridoi o durante una missione", si legge nella lettera indirizzata a Tajani.

A stretto giro, il presidente del Parlamento Ue ha replicato ai dodici eurodeputati e ha invitato chiunque abbia subito molestie e abusi sessuali all'interno delle mura delle istituzioni europee a denunciare tutto: "Il Parlamento continuerà a praticare una politica di tolleranza zero nei confronti di ogni forma di abuso. Se dovranno essere prese sanzioni, infliggerò la punizione più dura a chi infrange le nostre regole. Il comitato consultivo incaricato di ricevere denunce di molestie e abusi si riunirà in via straordinaria domani per discutere i presunti abusi riportati dai media e valutare quali misure devono essere prese per migliorare l'efficacia dell'assistenza alle vittime. Questo parlamento ha un solido sistema per prevenire e rispondere alle molestie ed è determinato a combattere il fenomeno con grande fermezza. Ancora una volta, incoraggio chiunque sia vittima di comportamenti inappropriati a farsi avanti e a denunciarli immediatamente". 

Insomma, sebbene il presidente del Parlamento europeo sia intenzionato a prendere seriamente in considerazione la questione e le relative denunce, altrettanto motivati non sembrano gli eurodeputati che oggi, alla vigilia della votazione sulla risoluzione contro la violenza sessuale, hanno disertato la discussione preliminare.

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