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Sassari, lancia il cane del vicino dal secondo piano: Chewe fa un volo di otto metri, è grave

A Sassari, in Sardegna, un uomo di 78 anni ha gettato il cane del suo vicino giù dal secondo piano del loro palazzo, dopo averlo picchiato con un bastone. L’animale è stato ricoverato per lesioni alle zampe e un trauma addominale e si trova in gravi condizioni. L’aggressore è stato arrestato con l’accusa di maltrattamenti.
A cura di Ida Artiaco
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Chewe (foto da La Nuova Sardegna)
Chewe (foto da La Nuova Sardegna).

È stato picchiato con un bastone, lanciato dal secondo piano di un palazzo e ora si trova ricoverato in gravi condizioni in una clinica veterinaria in attesa di essere operato ad una zampa. Sta indignando tutta la Sardegna la vicenda di Chewe, un cane meticcio che lotta tra la vita e la morte dopo essere stato brutalmente aggredito dal vicino di casa del suo padrone, un allevatore di 76 anni che è già stato fermato dalle forze dell'ordine con l'accusa di maltrattamenti sugli animali. Tutto è cominciato nella giornata di ieri, sabato 8 dicembre: stando a quanto hanno raccontato alcuni testimoni, l'uomo ha cominciato a prendere a bastonate il cane per aver fatto una "invasione" nel suo terrazzo in via Barzini, nel quartiere Luna e Sole, a Sassari, mentre questo si era rifugiato in un angolo per cercare di sfuggire alle botte.

Una passante ha anche confermato di aver assistito in diretta al momento in cui l'uomo ha gettato l'animale giù dal balcone, facendogli fare un volo di otto metri. Il cane, come sottolinea il quotidiano La Nuova Sardegna, ha riportato lesioni alle zampe e un trauma addominale ed ora è ricoverato nella Clinica Veterinaria di Sassari, dove secondo i medici la sua prognosi resta riservata. A denunciare l'allevatore è stato il padrone di Chewe, che al momento della tragedia si trovava a lavoro e che si è subito rivolto alla polizia. La sua versione è stata poi confermata da alcuni testimoni. "Alcune persone dicevano di non buttarlo. Poi ho visto quel signore con la scopa e ho notato qualcosa volare dal secondo piano. Pensavo fosse la parte terminale della scopa, invece poi ho scoperto che si trattava del cane", ha detto una signora alla stampa locale.

L’indagato, invece, si sarebbe giustificato sostenendo di non avere provocato lui la caduta del cane, di essersi difeso e di avere impugnato la scopa perché l'animale ringhiava e lo avrebbe morso alla mano, quindi sarebbe caduto accidentalmente. Proseguono, intanto, gli accertamenti.

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