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Salvini: “Non mi interessa per chi vota uno skinhead, ma no a ius soli e invasione pianificata”

Il leader della Lega Nord precisa il suo pensiero sui neo-nazisti, ma nella sostanza conferma la linea intransigente su ius soli, politica estera ed economia: “Bisogna espellere milioni di clandestini”.
A cura di Redazione
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Aveva fatto molto discutere la dichiarazione di Salvini in relazione ai fatti di Como, con l'irruzione di un gruppo di Naziskin nella sede di una associazione antirazzista e pro accoglienza ai migranti. Oggi, ospite del salotto di Maria Latella su SkyTg24, il leader della Lega Nord è tornato sulla questione, spiegando di non aver alcuna intenzione di "cercare quei voti", ma senza cambiare l'impostazione complessiva del suo ragionamento. Per Salvini, dunque, "fascismo e comunismo sono superati dalla storia" e non sembra esserci all'orizzonte il pericolo di una nuova ondata neo-nazista: "Si tratta di un dibattito surreale, se volete parliamo anche delle guerre puniche […] Non so loro per chi votino, magari per Renzi". L'eurodeputato parla di "allarme gonfiato" e minimizza quanto accaduto in questi giorni, spiegando di ritenere che siano altre le priorità delle quali la politica dovrebbe occuparsi.

Nella sua lettura, infatti, "l'Italia è popolata da 60 milioni di persone che stanno subendo una invasione pianificata, organizzata e controllata che serve alla finanza, ai poteri forti e agli sfruttatori dei lavoratori". Una situazione che porterebbe "riduzione della qualità della vita e degli stipendi", che non si "risolve leggendo un proclama ma tornando a presidiare i confini, espellendo milioni di clandestini e facendo entrare le persone per bene". Nella sostanza, dunque, Salvini minimizza il pericolo estremista, ma non contesta il ragionamento di fondo sui punti concreti delle rivendicazioni degli skinheads, anzi.

C'è poi spazio anche per una serie di passaggi sul futuro della Lega, che Salvini vede all'interno del centrodestra, a patto di accordi chiari con Berlusconi: "Gli elettori devono andare a votare tranquilli, dunque se Berlusconi non vuole andare dal notaio possiamo andare dall'avvocato, dal farmacista… Ma io voglio escludere qualunque alleanza con la sinistra e chiarire anche i punti del programma. Il primo atto del nostro Governo, per esempio, deve essere la modifica o la cancellazione della legge Fornero, su cui Berlusconi non ha ancora detto una parola".

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