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Salvini al Colle: “Non si è parlato della sentenza sui rimborsi”. Di Pietro: “Mattarella debole”

Matteo Salvini è stato ricevuto dal presidente della Repubblica Mattarella, ma fonti del Quirinale hanno riferito che durante il colloquio si è discusso solo di immigrazione, sicurezza, terrorismo, confisca beni mafiosi e Libia. Secondo Antonio Di Pietro l’incontro è stato un atto di “ipocrisia istituzionale”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il vicepremier e ministro degli Interni Matteo Salvini è stato ricevuto questa mattina dal presidente della Repubblica Mattarella. Dopo le polemiche e le pressioni dei giorni scorsi, il segretario della Lega ha incontrato il Capo dello Stato, ma non per parlare della sentenza della Cassazione, che ha autorizzato la procura di Genova a prelevare dalle casse del Carroccio i 49 milioni sottratti allo Stato. Per la truffa sui rimborsi elettorali l'anno scorso sono stati condannati il fondatore della Lega Umberto Bossi e l'ex tesoriere Francesco Belsito, insieme ad altri tre revisori dei conti (Stefano Aldovisi, Diego Sanavio e Antonio Turci). Affinché la sentenza della Cassazione diventi esecutiva si dovrà attendere una nuova pronuncia del Tribunale del Riesame.

Secondo quanto si apprende dal Colle, durante l'incontro di questa mattina si è parlato di immigrazione, sicurezza, terrorismo, confisca beni mafiosi e Libia. Ma non ci sarebbe stato nessun riferimento alla magistratura. Sull'opportunità che Mattarella, in quanto presidente del Consiglio Superiore di Magistratura, ricevesse Matteo Salvini, si sono espressi in modo critico sia membri dell'opposizione sia la stessa Associazione nazionale magistrati. Il Csm ha giudicato inopportuna la richiesta da parte del Carroccio, mentre il suo leader ha parlato di "sentenza politica" della Cassazione: "Cercano di metterci fuori legge", ha detto Salvini, continuando a minacciare querele.

L'affondo di Di Pietro

"Salvini? In qualità di cittadino, può anche dissentire dalla sentenza sui fondi della Lega. Ma non è accettabile che un ministro dell’Interno chieda al presidente della Repubblica, e cioè al presidente del Csm, di intervenire su quei magistrati che hanno emesso quella sentenza. Questa è una rottura del patto democratico". A dirlo è Antonio Di Pietro, durante un'intervista a Radio Cusano Campus. L'ex leader dell'Idv lo ha giudicato un atto di debolezza da parte del Capo dello Stato:

"Mi amareggia ancora di più che il M5s, che per queste cose ha dato sempre battaglia, dalla manifestazione davanti alla casa di Berlusconi alle proteste davanti al Parlamento, oggi dica che si tratta di una sentenza politica. E mi amareggia che Mattarella riceva Salvini. È doveroso che il presidente della Repubblica riceva il Ministro dell’Interno, ma per i fatti inerenti al suo ministero. Se l’incontro avviene il giorno dopo che Salvini dice di voler essere ricevuto per parlare dei giudici non ci crede nessuno che il colloquio non verterà sui magistrati. Io mi sento un po' preso in giro. Mattarella avrebbe dovuto dire a Salvini di ritirare quella richiesta fatta con un atto pubblico di scuse. Dire ‘non parleremo di questo' mi pare ipocrisia istituzionale per ammantare di perbenismo una proposta oscena, mai ritirata pubblicamente".

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