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Salman Rushdie in Italia: “La libertà d’espressione è in pericolo in tutto il mondo”

Intervista esclusiva allo scrittore indiano naturalizzato britannico Salman Rushdie, presente a Napoli per Le Conversazioni 2019, sui temi delle migrazioni di massa, libertà di stampa, Brexit e del suo amore per l’Italia e per i libri di Elena Ferrante. Con un videomessaggio di Roberto Saviano a cui l’autore de “I figli delle mezzanotte” e “Versi satanici” si sente legato da sincera amicizia.
A cura di Redazione Cultura
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Salman Rushdie - Credit: Hannelore Foerster
Salman Rushdie – Credit: Hannelore Foerster

Intervista esclusiva di Fanpage.it allo scrittore Salman Rushdie, con videomessaggio di Roberto Saviano. Lo scorso 21 giugno, l'autore indiano naturalizzato britannico è stato ospite de "Le Conversazioni 2019", il festival della letteratura internazionale che da anni fa tappa a Roma, New York e Capri e che da quest'anno ha scelto il Museo Madre di Napoli, dove inaugurare il suo rapporto con la città partenopea.

Ospite della manifestazione ideata da Antonio Monda e Davide Azzolini, lo scrittore autore de "I figli della mezzanotte" (presto una serie tv per Netflix) e de "The Golden House", oltre che dei famosi "Versi satanici" che 30 anni fa sono costati all'autore indiano la "fatwa", Rushdie ha parlato ai nostri microfoni di diversi temi, dagli Usa di Trump ("Un tempo scrivevo del razzismo e della povertà in India, ora questo vale anche per le nazioni ricche") alla Brexit, dalla libertà di stampa fino al suo amore per i libri di Roberto Saviano ed Elena Ferrante. E, naturalmente, essendo "un'anima migrante", al tema delle migrazioni contemporanee: "Sono stato migrante sin dall'età di 14 anni. Lo sono stato in Inghilterra e lo sono tuttora negli USA. I migranti sono sempre un dono per le società che li accolgono."

E l'Italia? Che posto occupa nel cuore di Mr. Rushdie? "Leggo ossessivamente i libri della tetralogia de L'amica geniale" ha dichiarato Rushdie ai nostri microfoni, trovo che sia una delle più grandi scrittrici dei nostri tempi".  Parlando di Elena Ferrante, bisogna quindi parlare di Napoli, la città che lo ospita per "Le Conversazioni". Città con cui Rushdie ha un rapporto che arriva da più lontano. "Sono stato qui dieci anni fa e la trovo meravigliosa". Alla città partenopea, dove si è raccontato intervistato da Antonio Monda davanti a un folto pubblico, assiepato sulla bellissima terrazza del Museo Madre, lo scrittore indiano ha dedicato i suoi pensieri quando ha "aperto" il videomessaggio che gli ha inviato Roberto Saviano e che ha strappato un po' di commozione al settantaduenne scrittore di Bombay:

Sono felice di saperti nella mia città, sarebbe bello vederti raccontare Napoli con la tua lingua straordinaria e la tua fantasia pirotecnica.

Sono le parole (e un invito a scrivere della città partenopea) del messaggio dell'autore di "Gomorra" sotto scorta all'amico scrittore che da trent'anni vive sotto la "fatwa" che fu lanciata all'epoca del governo iraniano. Di quei "Versi satanici" riparla ancora oggi Rushdie, dicendosi sicuro che ancora oggi un libro come quello "troverebbe editori coraggiosi pronti a pubblicarlo". Tema a cui si lega quello della libertà di stampa "messa in pericolo ovunque nel mondo, anche negli USA" e dei pericoli "che gli inglesi non hanno ancora compreso fino in fondo della Brexit".

Le Conversazioni a Capri, nei weekend 28-29-30 giugno  e 5-6-7 luglio, tornano con tanti ospiti internazionali:, tra cui Marisa Silver, Ta-Nehisi Coates, Amitav Ghosh, Andrew Sean Greer, Leslie Jamison e Howard Jacobson.

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