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Rubava biancheria alle soldatesse e le spiava con telecamere nascoste, maresciallo nei guai

Un maresciallo dell’Esercito è stato citato in giudizio con l’accusa di aver piazzato delle microcamere nascoste in due spogliatoi di una palazzina adibita al personale militare femminile e nei singoli alloggi delle soldatesse. I fatti in una caserma del nord Italia.
A cura di S. P.
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Microcamere nascoste negli spogliatoi per spiare le soldatesse: sembra la scena di un film ma invece è quanto sarebbe davvero accaduto in una caserma del Nord-Italia. Ad aver piazzato delle telecamere in due spogliatoi di una palazzina adibita al personale militare femminile e anche nei singoli alloggi delle soldatesse sarebbe stato un maresciallo dell’Esercito. Maresciallo che ora dovrà difendersi davanti ai giudici in tribunale. A rivelare la vicenda è GrNet.it, il sito web su Sicurezza e Difesa. In particolare, da quanto emerso, sarebbero almeno ventitré le vittime del militare spione. Si tratta di soldatesse – alcune di loro attualmente si trovano in altri corpi dell'Esercito e della Polizia – che solo con l'avvio del procedimento penale hanno saputo che erano state spiate nella loro caserma.

A ottobre il militare dovrà difendersi davanti ai giudici – A quanto pare il maresciallo non si limitava a piazzare le microcamere negli spogliatoi per spiare le sue colleghe al lavoro. Il militare è infatti anche accusato di aver sottratto dagli alloggi di  almeno tre soldatesse – alloggi nei quali chiaramente si introduceva clandestinamente – la loro biancheria intima. Non solo: secondo l’accusa, il maresciallo avrebbe spiato anche i tablet, i computer e gli smartphone delle soldatesse prese di mira rubando loro file e contenuti che si riferivano alla loro sfera privata. Per tutto questo è finito a processo. La prima udienza è in programma il 4 ottobre prossimo.

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