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Rovigo. Si crede Dio e uccide la madre. “Lei era il diavolo, dove eliminarla”

Il ragazzo, 22enne di origini rumene, era affetto da gravi squilibri psichici. Nel 2014 aveva tentato il suicidio gettandosi dal terrazzo, a inizio 2017 il secondo ricovero. Si è accanito sulla madre, malata di cancro, con estrema brutalità. Ora è in carcere.
A cura di Biagio Chiariello
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“Io sono Dio. Dovevo eliminare il diavolo". Una sorta di delirio mistico quello che avrebbe spinto il 22enne Bogdan Stefan Halapciug ad uccidere a coltellate la madre Tatiana Lenuta, 49 anni, in un’abitazione del centro di Rovigo. A lanciare l'allarme sarebbe stato il padre, Eduard. Sulla dinamica e sulla successione esatta dei fatti sono ancora in corso gli accertamenti degli investigatori della mobile, guidata dal vicequestore aggiunto Bruno Zito. Per adesso emergono particolari inquietanti sul movente. Sembra che il giovane di origini rumene, affetto da tempo da problemi psichici, fosse stato ricoverato una prima volta nel 2014, quando aveva tentato di suicidarsi buttandosi dalla terrazza dell'appartamento dove viveva insieme ai genitori, arrivati in Italia una decina di anni fa. E all’inizio di quest’anno avrebbe avuto un altro momento di crisi, culminato in un secondo ricovero all'ospedale di Trecenta, perché non sopportava l'idea che i genitori si fossero riavvicinati. Secondo quanto scrive Rovigooggi.it, il giovane si sentiva investito di una autorità, quasi di una missione, tanto che i famigliari avevano deciso, a quanto pare, di farlo parlare spesso con un religioso romeno, ora tornato in patria. Una delle ipotesi al momento al vaglio degli inquirenti è che il folle gesto possa essere stato visto come un passo necessario per risolvere alcune criticità familiari. Quasi un dovere, dunque, quello di uccidere la genitrice, peraltro malata di cancro.

Il dramma nella notte

Erano circa le 4 quando è avvenuto il dramma. Poco prima, il 22enne aveva fumato una sigaretta insieme al padre, che poi, vista l'ora – erano circa le 3 – era tornato a letto. Stando alle prime ipotesi, l’uomo si sarebbe svegliato circa un’ora dopo, allertato da alcuni rumori strani. Davanti a lui c’era il figlio, che aveva appena colpito la madre stesa su una poltrona, dove riposava. Il giovane non avrebbe neppure tentato di scagliarsi contro di lui, consentendogli di lanciare l'allarme. Per la donna purtroppo era già tardi. Sul posto sono intervenuti i poliziotti delle Volanti per il primo intervento, con gli approfondimenti investigativi in seguito presi in mano dalla squadra mobile. Adesso l'omicida è in carcere a Rovigo, in attesa dell'udienza di convalida dell'arresto.

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