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Rovigo: 22 lavoratrici comprano l’azienda in crisi e assumono altre 17 persone

Ventidue donne venete due giorni fa hanno inaugurato ufficialmente il Centro Moda Polesano, società nata dalle ceneri di un’altra fallita a marzo: le donne hanno rinunciato alla Naspi (assegno di disoccupazione) per rilanciare il lavoro e assumere nuovo personale.
A cura di Davide Falcioni
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Rischiavano di restare senza lavoro, ma si sono tirate su le maniche ed hanno deciso di impegnarsi in prima persona rilevando l'azienda in crisi e ridandole nuova vita: sono 22 donne venete e due giorni fa hanno inaugurato ufficialmente il Centro Moda Polesano di Stienta, in provincia di Rovigo, il settimo workers buyout accompagnato nel percorso da Legacoop Veneto e primo nato tutto al femminile. "Quando ci è stato comunicato che la nostra azienda sarebbe entrata in liquidazione , è stato angosciante in quanto in ognuna di noi è nata la paura di restare senza lavoro. Poi si è presentata l’opportunità di aderire a questo progetto per creare una nuova Cooperativa , salvaguardando la nostra occupazione, al quale hanno aderito 22 socie (tutte donne) testarde, tenaci e  con un pizzico di incoscienza (senza la quale non  ci si metterebbe mai in gioco)", ha raccontato Claudia Tosi, presidente della cooperativa. "Sono stati mesi difficili – ha aggiunto la donna – a volte carichi di motivazioni positive altre con la sensazione di non arrivare mai al traguardo,  per questo ci tengo a ringraziare le socie che non hanno mai mollato".

Il Centro Moda Polesano che ha visto l'impegno diretto di 22 lavoratrici è nato in seguito alla crisi della Cooperativa Polesana Abbigliamento (Capa): 22 donne destinate con certezza alla disoccupazione hanno deciso di mettersi in gioco salvando i posti di lavoro e conservando nell’area polesana competenze e imprenditorialità. Le socie però hanno fatto anche di più: dopo la ripresa della produzione hanno assunto altre 17 persone, portando il totale dei dipendenti a 39 unità.

L'avventura delle 22 socie è iniziata nel marzo 2018, dopo aver lanciato l’idea di costituire una nuova impresa in grado di raccogliere l’eredità di Capa: grazie all'aiuto di Legacoop Veneto, anche con la collaborazione delle parti sindacali locali Cgil, Cisl e Uil è stato avviato il percorso di workers buyout che si è concretizzato nella costituzione della nuova cooperativa. Le fondatrici hanno capitalizzato la nuova società attraverso l’anticipo della Naspi, apportando oltre 270mila euro, per poi contare anche su un supporto di 80mila euro di Coopfond, fondo mutualistico di Legacoop, e di Banca Popolare Etica, che ha messo a disposizione una linea di fido di 200mila euro.

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