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Rottamazione cartelle, 950mila le domande arrivate: il 56% dei grandi debitori però non paga

Per la rottamazione bis sono arrivate all’Agenzia delle Entrate circa 950 mila istanze da circa 840mila contribuenti per oltre 4 milioni di cartelle di valore complessivo di circa 14 miliardi di euro. L’importo da pagare, al netto della quota “abbuonabile”, è di circa 9 miliardi. Il 56% dei grandi debitori (sopra i 100.000 euro) non hanno poi effettivamente aderito al pagamento.
A cura di Charlotte Matteini
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La rottamazione bis sta funzionando? Stando ai dati riferiti alla commissione Finanze della Camera dal direttore Ernesto Maria Ruffini, per la rottamazione bis sono arrivate all’Agenzia delle Entrate circa 950 mila istanze da circa 840mila contribuenti per oltre 4 milioni di cartelle di valore complessivo di circa 14 miliardi di euro. L’importo da pagare, al netto della quota "abbuonabile", è di circa 9 miliardi e la maggior parte delle domande (il 53%) è per debiti sotto i 1.000 euro e circa un quarto dei contribuenti (il 23%) ha scelto di pagare in un’unica rata.

Il 56% dei contribuenti che hanno presentato domanda di definizione agevolata delle cartelle con importi oltre 100mila euro ha poi effettivamente "aderito con un pagamento" alla rottamazione, mentre nel caso di debiti piccoli risulta invece una più alta adesione: sta pagando l’86% di chi aveva un debito entro i 1.000 euro e tra 1.000 e 10.000 euro e il 77% di chi è nella fascia tra 10.000 e 50.000 euro.

In sostanza, dunque, la metà dei grandi debitori che presentano pendenze con il fisco ha presentato regolare domanda per rottamare le vecchie cartelle esattoriali di Equitalia ma non ha poi effettivamente ottemperato al pagamento del proprio debito e sebbene tra i piccoli debitori il tasso di pagatori sia molto più alto, risultano comunque ammanchi rispetto a quanto preventivato inizialmente.

La prima rottamazione delle cartelle esattoriali potrebbe portare invece nelle casse dello Stato fino a 8,2 miliardi di euro, circa 1 miliardo in più del previsto, ha sottolineato il direttore Ruffini. L'incasso complessivo della definizione agevolata "si potrebbe attestare su un valore complessivo di 8,2 miliardi di euro a fronte di 7,2 miliardi di euro previsti". Ruffini ha inoltre ricordato che nel 2017 sono stati riscossi 6,5 miliardi, registrando "una variazione positiva di oltre 1,4 miliardi, in parte per la scelta del contribuente di corrispondere di pagare in un'unica soluzione". 

Il bacino di crediti residui non riscossi aggredibili dal Fisco è di circa 450 miliardi rispetto ai ruoli totali pari a 871 miliardi, in cui sono compresi debiti impossibili da recuperare perché intestati a contribuenti deceduti, falliti, nulla tenenti o a soggetti che hanno rottamato o fruiscono di sospensioni della riscossione. In totale, Ruffini stima siano realmente aggredibili solo 84 miliardi di crediti.

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