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Romano Prodi: “Salvini razzista, certamente non lo definisco un moderato”

L’ex presidente del Consiglio, Romano Prodi, accusa il ministro dell’Interno Matteo Salvini di razzismo e aggiunge: “Quando dici ‘noi siamo diversi dagli altri’ dici anche questo. Credo proprio che creando tensione si può andare avanti per un po’ di tempo ma poco. L’aggettivo che io accompagno nella mia testa quando vedo Salvini non è proprio moderato”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Secondo l’ex presidente del Consiglio, Romano Prodi, l’attuale ministro dell’Interno Matteo Salvini è razzista. Intervistato durante la trasmissione Di Martedì, in onda su La 7, Prodi risponde alla domanda “Salvini è razzista? Sì – è la risposta dell’ex presidente del Consiglio -. Nel senso che quando dici ‘noi siamo diversi dagli altri’ dici anche questo. Mentre noi siamo una parte di mondo, con una grande cultura, una grande civiltà che dobbiamo custodire, ma con la cultura e non con l'odio. Io sono dall'altra parte ma non faccio mica la faccia feroce, forse perché sono emiliano. Credo proprio che creando tensione si può andare avanti per un po' di tempo ma poco”.

Prodi definisce Salvini anche in altro modo: “L’aggettivo che io accompagno nella mia testa quando vedo Salvini non è proprio moderato. Comunque certamente non moderato, quindi ha dei problemi anche lui nel lungo periodo a interpretare la società italiana. Perché tensioni oggi, tensioni domani e poi anche la tensione stanca. Secondo me è un momento di riflessione in cui non c’è più il desiderio per definizione di tensione, di lite, che c'era stata fino a qualche mese fa”.

Cosa può fare il Pd contro il razzismo? Per Prodi “l’essere andati al seggio domenica è già una dimostrazione perché era un ritrovarsi dimenticando anche le stesse tensioni del pre-voto no?! E quindi è stato un passo in avanti, però questi fenomeni se non sono seguiti da un'azione coerente durano poco. Danno coraggio, sono importanti, ma debbono esser seguiti dalla politica aperta”. Poi l’ex presidente del Consiglio si rivolgere ai Cinque Stelle: “Dovrebbero studiare di più. Ma adesso uno che sottolinea lo studio può sembrare uno snob, io dico solo che studiare serve”.

Parlando del Pd, i dem – dopo le primarie – devono essere “più inclusivi”: “In tutte le democrazie di tutti i Paesi europei, ma anche di tutto il mondo, non ci sono più i grandi partiti che stanno da soli, cui sono i partiti che sanno raccogliere intorno a sé gli altri. Questo è un problema non solo per il centrosinistra, è un problema per tutti”. La sua tenda ora si è comunque riavvicinata al Pd: “Si è avvicinata abbastanza, è stata una giornata che ha rianimato tutti. Cioè trovarsi al seggio in tanti è stato come dire ‘beh, si può ricominciare'. Tutto qua”. Ma prima di riprendere la tessera c’è da aspettare: “Dipende dalle cose che seguiranno”.

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