Violenze e sevizie all’ex, condannato praticante avvocato: “Finita in ospedale dopo lo stupro”
È stato condannato a sei anni di reclusione il praticante avvocato finito sotto processo con l'accusa di maltrattamenti, violenza sessuale e stalking nei confronti dell’ex compagna. Il 29enne è stato riconosciuto colpevole dei reati che gli erano imputati. Il pubblico ministero aveva chiesto una pena di cinque anni e sei mesi di reclusione. A riportarlo è Il Messaggero.
I due erano stati insieme per quattro anni. Un rapporto che sin dai primi mesi si era rivelato tossico, con lui che non perdeva occasione per picchiarla e malmenarla. Varie volte l'ha violentata, costringendola a vivere in uno stato di ansia e prostrazione che non la faceva stare tranquilla. Una volta l'ha mandata al pronto soccorso: l'aveva stuprata dopo una aborto, e lei si era sentita male. Era dovuta andare in ospedale
Nel 2019 ha deciso di lasciarlo ma le violenze sono continuate. Così lo ha denunciato e ha raccontato tutto quello che le aveva fatto, le violenze cui era sottoposta e lo stato di prostrazione in cui era caduta. Come quando, fuori da un ristorante a Parigi, le ha dato una testata dopo una discussione.
"Dalle dichiarazioni riscontrate e dalla corposa produzione documentale – spiega il pubblico ministero – viene fuori l’indole particolarmente aggressiva e l’incapacità di controllare le pulsioni dell’imputato". La difesa dell'uomo aveva sostenuto che fossero entrambi a essere violenti nella relazione, e che la donna fosse gelosa del 29enne, tanto da non permettergli di avere amiche donne. La tesi non è stata accolta dal giudice, che ha deciso di condannare l'uomo a sei anni di reclusione in primo grado.