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Valeria Fioravanti morta di meningite a 27 anni, il padre: “Vogliamo giustizia”

La famiglia Fioravanti chiede giustizia e verità sulla morte di Valeria. Visitata da in ospedali e rimandata a casa, aveva una meningite diagnosticata troppo tardi.
A cura di Alessia Rabbai
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"Chiediamo giustizia per Valeria!". Sono le parole di Stefano Fioravanti, il papà di Valeria, la ventisettenne morta per meningite dopo essersi fatta visitare in tre ospedali romani senza che le venisse diagnosticata. "Non ci sono parole per il dolore che ci sta massacrando – scrive in un post pubblicato stanotte su Facebook – Non è possibile perdere una figlia in questo modo. Lo scopo della mia vita ora è quello di avere giustizia". La famiglia Fioravanti ha spiegato che si è affidata ai propri avvocati. Sulla salma di Valeria trasferita all'Istituto di Medicina legale del Policlinico Umberto I verrà effettuata l'autopsia. I risultati degli esami autoptici serviranno a far luce sulle cause che hanno provocato il decesso e sulle responsabilità di chi l'ha visitata mandandola via.

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Aperta un'inchiesta sulla morte di Valeria Fioravanti

Sulla morte di Valeria Fioravanti dopo la denuncia sporta dalla famiglia la Procura della Repubblica di Roma ha aperto un fascicolo e indaga per omicidio colposo, al momento contro ignoti. Il sospetto è che la drammatica scomparsa della ragazza sia riconducibile ad un episodio di malasanità. Che se le fosse stata diagnosticata e curata in tempo, quella meningite non l'avrebbe uccisa. Le cartelle cliniche acquisite saranno passate al vaglio. L'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato è intervenuto sull'accaduto, spiegando che la Regione Lazio ha disposto degli accertamenti. Valeria lo scorso Natale è stata operata per un ascesso al Campus Biomedico di Roma. Successivamente si è sentita male e si è rivolta al pronto soccorso del Policlinico Casilino.

I medici l'hanno rimandata a casa con la diagnosi di cefalea, un forte mal di testa, prescrivendole degli antinfiammatori. I dolori sono peggiorati ed è tornata al Casilino per farsi nuovamente visitare, ma è stata rimandata a casa. Si è poi recata all'ospedale San Giovanni Addolorata, dove le è stata diagnosticata una protrusione alla colonna, ossia una deformazione dello strato più esterno di un disco intervertebrale, ed è stata mandata a casa con un collare e altri antinfiammatori. Valeria è tornata al pronto soccorso per l'ultima volta prima di morire, solo allora i medici avrebbero pensato che poteva essere una meningite batterica.

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