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Sequestrati 50 chili di pesce al porto di Fiumicino: non si può mangiare, sarà distrutto

Cinquanta chili di pesce sono stati sequestrati e distrutti perché privi di tracciabilità e dunque non destinabili al consumo umano. L’operazione di Guardia Costiera e polizia locale di Roma Capitale ha preso di mira un gruppetto di persone che stavano vendendo la merce al molo Nord del porto di Fiumicino.
A cura di Alessia Rabbai
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Maxi sequestro di pesce al porto di Fiumicino. I controlli della Guardia Costiera e degli agenti della polizia locale di Roma Capitale sono scattati nel pomeriggio di ieri, giovedì 19 agosto. Ad essere passati al vaglio dei militari cinquanta chili di pesce di vario tipo, che sono stati posti sotto sequestro. La merce infatti era venduta priva di tracciamento obbligatorio, come previsto per la tutela del consumatore. Quello di ieri è il secondo controllo nel giro di pochi giorni e fa seguito e quello messo in atto lo scorso venerdì 13 agosto. Secondo le informazioni apprese giovedì militari e agenti  durante l'attività effettuata sotto il coordinamento del centro controllo dell'area pesca della Direzione Marittima del Lazio, hanno notato un gruppetto di persone che  posizionate sulla banchina del molo Nord di Fiumicino, avevano diverse cassette di prodotti ittici pescati, i quali erano destinate alla vendita ai clienti, per essere portati in tavola e consumati.

Tutto il pesce sequestrato al molo di Fiumicino è stato distrutto

Alla vista della Guardia Costiera e della polizia locale le persone che erano intente a vendere il pesce sono scappate, cercando di far perdere le proprie tracce e lasciando tutta la merce sulla banchina. Militari e agenti hanno dunque verificato la natura del pescato, circa cinquanta chili, che non era tracciato e quindi non sicuro. I militari hanno sequestrato tutto il pesce presente che non può essere venduto né mangiato, perché privo di tracciabilità e dunque potenzialmente dannoso per il consumo umano. Tutto il pesce purtroppo è andato distrutto.

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